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Storie | 16 aprile 2025, 15:29

Una serata di spiritualità e riconoscenza: «Noi Cuffie Colorate grate ai Frati di Busto»

Il racconto della cena ebraica condivisa: «Siamo riconoscenti per il contributo economico, ma lo siamo ancora di più per essere stati scelti»

Una serata di spiritualità e riconoscenza: «Noi Cuffie Colorate grate ai Frati di Busto»

Un Sabato di Spiritualità e Riconoscenza: così le Cuffie Colorate vogliono ringraziare i Frati per la cena ebraica condivisa.

Sabato 12 aprile, nella cornice intima e solenne del refettorio del Convento Sacro Cuore dei Frati Minori di Busto Arsizio, l’associazione CuffieColorate ha vissuto una serata dal valore straordinario: la partecipazione alla Cena Ebraica, un rito che unisce il ricordo dell’Esodo del popolo ebraico e il significato profondo dell’Ultima Cena di Gesù.

La serata si è aperta con la narrazione del percorso biblico dell’Esodo: la schiavitù in Egitto, il sacrificio dell’agnello, il sangue sugli stipiti delle porte per salvare i primogeniti, la fuga, l’apertura miracolosa del Mar Rosso e il cammino nel deserto, guidato da Dio fino al dono dei Dieci Comandamenti. Un racconto che non è stato solo religioso, ma profondamente umano: un richiamo alla liberazione, alla fiducia, alla speranza.

Nella seconda parte del rito, il cuore della serata: il racconto dell’Ultima Cena. È stato ricordato il momento in cui Gesù si rivolse a Giuda Iscariota, invitandolo a compiere ciò che doveva fare, lasciando nel mistero le sue parole agli altri discepoli. Poi, con un silenzio carico di significato, si è celebrata la distribuzione del pane, simbolo del corpo di Cristo, e la promessa che attraversa i secoli: “Fate questo in memoria di me”. Un momento intenso, che ha unito profondamente tutti i presenti.

Uno dei momenti più toccanti della serata è stato quando i frati hanno ripreso il rito di accoglienza tradizionale, adattandolo alla realtà odierna. In un gesto di umiltà e servizio, simile a quello compiuto da Gesù con i suoi discepoli, ogni partecipante ha vissuto il lavaggio delle mani. Con bacinella e brocca, i frati si sono avvicinati uno ad uno, lavando le mani a ciascun commensale. Un atto che ha parlato di rispetto, cura reciproca e accoglienza, riportando ogni persona al cuore del cristianesimo: l’umiltà del servizio.

La serata non si è fermata al rito. Ai partecipanti era stata chiesta una piccola quota di adesione, e i frati hanno deciso di destinare parte del ricavato proprio all’associazione CuffieColorate. Un gesto generoso e inaspettato, che ha permesso ai volontari di presentare la propria realtà ai fedeli presenti.

“Siamo grati del contributo economico, certo, ma lo siamo ancora di più per essere stati scelti,” hanno detto durante un breve intervento. “Essere stati invitati qui significa che qualcuno tra voi ci conosce, ha visto il nostro impegno e ha deciso che valesse la pena aiutarci. E questo vale più di ogni offerta.”

Una serata dunque di profonda spiritualità, ma anche di riconoscimento e umanità. Per le Cuffie Colorate, un altro tassello prezioso in un cammino fatto di condivisione, inclusione e autentico valore sociale.

Redazione

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