Non solo «regista, artista, educatrice», ma anche «anima e cuore del teatro». Così scrisse il Comune di Busto Arsizio sul cartello "Pietre Vive" per Delia Cajelli nell'aprile del 2016: nell'anno successivo quindi della sua morte.
Domani, 17 aprile ricorrono i dieci anni dalla sua scomparsa ma per via della settimana di Pasqua è stata fissata per questa sera, 16 aprile, alle ore 18.30 una messa in Santa Maria. Un luogo di fede e bellezza dove ricordare Delia, con le persone più care e quelle che vorranno manifestarle la gratitudine per ciò che è stata e ha fatto. Un'azione incessante per Busto e il suo teatro, un'impronta profonda.
Delia è mancata a 69 anni, ma ha lasciato un'importante eredità che è tra le mura del teatro e va oltre anche quei confini. Ogni parola a lei riferita su quel cartello dipinge un mondo di competenza e passione per l'umanità. Ma spinge anche a riguardare ciò che è stato seminato, con il pensiero rivolto a ciò che si dovrà fare. Perché il Teatro Sociale Cajelli ha le ferite evidenti, quelle della struttura fisica per cui la Fondazione comunitaria del Varesotto nel cambiare la governance ha comunicato: ««Le questioni sul tavolo sono tante, risapute e complesse. Vanno messi in conto, come sempre in questi casi, anche dei costi di ristrutturazione» (LEGGI QUI).
Ma c'è anche la sua anima da esaminare con attenzione. La lirica, dopo anni di comunicati, conferenze, soddisfazione a gran voce espressa per e da Busto, è venuta meno lo scorso dicembre: è un addio?
E le Giornate Pirandelliane, che erano come la naturale prosecuzione dell'impegno di Delia, con Educarte, quest'anno a loro volta saltate: sono destinate davvero al congedo definitivo (LEGGI QUI)?
"Pietre Vive" significa attenzione imprescindibile al corpo del teatro come alla sua anima. Altrimenti questa serie di intitolazioni rischia di essere un cartello, magari sbiadito se esposto all'aria aperta, e poco più. Pensiamo anche alla piscina Manara dedicata a Marco Sartori: come fa male quell'immagine, con l'impianto chiuso e silenzioso.
Nel prendere le giuste decisioni per il teatro di via Dante, non si può sfuggire a quella parola: anima. La sostenibilità economica è vitale per una struttura, come dimostrare che quel cartello non è stato un frettoloso omaggio sull'onda dell'emozione, bensì un impegno duraturo a onorare e mantenere viva un'eredità.