Politica - 15 aprile 2025, 15:48

Ospedale nuovo e futuro dell’area di San Giuseppe, il Pd di Busto: «L’amministrazione si esprima»

Presidio di consiglieri comunali ed esponenti del direttivo cittadino davanti al nosocomio. Come già avvenuto in commissione, i dem chiedono al Comune di dire la propria sul recupero dell’attuale area dell’ospedale. E su quello che sorgerà a Beata Giuliana: «Favorevoli se porterà valore aggiunto al territorio, ma serve chiarezza»

Presidio del Partito Democratico di Busto Arsizio davanti all’ospedale. Consiglieri comunali ed esponenti del direttivo hanno incontrato i cittadini per discutere della situazione sanitaria a livello regionale: di recente è partito in commissione al Pirellone l’iter di discussione della proposta di legge di iniziativa popolare di riforma della sanità lombarda per la quale il partito lo scorso anno sono state raccolte oltre 100mila firme.
Ma ovviamente è stata anche l’occasione per fare il punto sul nuovo ospedale e, ancor di più, sul futuro dell’attuale nosocomio.

Il futuro di San Giuseppe

Il tema era stato affrontato il mese scorso in commissione, non senza un acceso scambio di vedute tra opposizione e maggioranza. Quest’ultima – attraverso il vicesindaco Luca Folegani e il capogruppo della lista Antonelli Marco Lanza – aveva assicurato di essere “sul pezzo” e consapevole che spetta alla politica avere un ruolo determinante sulla destinazione da dare all’area.

Evidentemente senza però convincere il Pd. «Le ipotesi sono molte ma l’amministrazione non si è espressa per nessuna in particolare. Il tempo c'è, ma servono idee», afferma il segretario cittadino e consigliere comunale Paolo Pedotti.

«Arexpo ha fatto un lavoro di indagine sulle potenzialità dell’area – osserva il capogruppo Maurizio Maggioni –. Che cosa voglia dire l’amministrazione rispetto al suo utilizzo non è assolutamente chiaro. Il Comune deve rappresentare e dire quali sono le esigenze dei cittadini». Esigenze che per il capogruppo dem non potranno che riguardare anche l’aspetto sanitario-assistenziale («e la domanda di sanità del territorio è superiore alla capacità di risposta data oggi dalle case di comunità», sostiene), per quanto l’assessore Paola Reguzzoni in commissione avesse definito lo sviluppo sanitario della zona «non più idoneo».

Per la consigliera Cinzia Berutti, «il recupero del quartiere deve tenere conto anche del punto di vista ambientale. I servizi sanitari devono essere inglobati in un progetto complessivo, pensando magari anche all’housing sociale. Siamo in fase di revisione del Pgt, è l’occasione per fare delle ipotesi. Ma per ora non si è visto un impegno deciso dell’amministrazione rispetto al ripristino dell’area. Bisogna rivitalizzare un pezzo importante della città».
Presenti al presidio anche i membri del direttivo cittadino Olivio Pernich e Angelo Verga.

La richiesta di chiarezza sul nuovo ospedale

Sul nuovo nosocomio di Busto e Gallarate che sorgerà a Beata Giuliana, invece, «la Regione è andata avanti considerando poco la nostra proposta di realizzare l’ospedale unico all’interno del sedime di quello esistente, magari allargandolo alla zona dell’eliporto e dei parcheggi vicini», dice Pedotti. Che non si accoda in toto alle polemiche sul numero dei posti letto: «Contestiamo però che i numeri continuino a cambiare negli studi nel giro di pochi mesi. Dobbiamo essere chiari nei confronti dei cittadini, dire quali servizi saranno attivi nel nuovo ospedale e quindi quali altre strutture saranno necessarie per mantenere un’offerta sanitaria di livello».

Pedotti precisa la posizione del Pd: «Noi, pur essendo aperti al tema dell’unificazione dei due ospedali, non siamo perché sia la semplice somma dei due. Deve esserci un salto di qualità ed essere garantita un’integrazione con case di comunità. Se vengono ridotti i posti letto, allora bisognerà capire se ne serviranno di altri tipi (per i cronici) e avere delle altre strutture. Altrimenti si lascia spazio al privato a partire da aree pubbliche». Insomma, Pedotti ribadisce la richiesta che si faccia chiarezza, aggiungendo che «noi siamo a favore di un ospedale unico se fatto con dei criteri che portino un valore aggiuntivo al territorio. Non si deve fare tanto per farlo. E serve una visione integrata tra Busto e Gallarate che oggi non vediamo ancora».

«Un ospedale che interviene sulle acuzie può funzionare soltanto se ci sono altre strutture – aggiunge Maggioni –. All’ospedale di alta qualità si devono affiancare ospedale di comunità, case di comunità per interventi riabilitativi e così via. La strategia regionale deve essere chiara».

Non solo: «Occorre anche studiare i flussi dei pazienti rispetto alla vicinanza con l’ospedale di Legnano, che riguarda un’altra Ats ma serve gran parte della zona sud di Busto – aggiunge Pedotti –. È un problema dell’amministrazione comunale anche quello di verificare se il nuovo ospedale, sui criteri sanitari, soddisfi le esigenze del territorio. Ma l’amministrazione si è affidata interamente ad Asst».

Riccardo Canetta