Storie | 14 aprile 2025, 15:10

Addio all'imprenditore Pinuccio Cavelli. Andò fino al Polo Nord e sul Kilimangiaro, ma non poteva stare lontano dalla sua Franca

A tre settimane dalla scomparsa della moglie il bustocco è mancato proprio il giorno del concerto di chiusura per l'anniversario dei Mandolinisti di cui era stato presidente. Cavaliere del lavoro, con il Lions Bramantesco e le iniziative del mitico Pinuccio Asta ha sempre operato per la comunità. I ricordi della famiglie e di Luigi Giavini. Martedì i funerali

Pinuccio e Franca Cavelli

Pinuccio e Franca Cavelli

Ha creato un'impresa, è diventato Cavaliere del Lavoro, ha scalato il Kilimangiaro ed è andato fino al Polo Nord, con la sua Busto sempre nel cuore, la città per cui ha fatto tanto con riservatezza e tenacia. Ma Pinuccio Cavelli aveva un riferimento, una colonna nella sua vita,  la moglie. E da lei non poteva stare lontano.

Così è  mancato domenica, a 87 anni, tre settimane dopo la scomparsa della sua Franca. Lei, con la quale aveva acquistato la prima auto, una 600, con le cambiali, perché allora si partiva da zero, con il coraggio e la fiducia alimentati anche dal poter contare l'uno sull'altra.  Lei che sempre stata al suo fianco, in ogni tappa dell'esistenza. 

Martedì 15 alle 9.30 in San Michele i funerali.

«Pinuccio è una tra le ultime figure del vero imprenditore bustocco - osserva commosso lo storico Luigi Giavini - partito da niente, aveva fatto esperienza nel Cotonificio Bustese e poi ha avviato la sua attività». La Cavelli Lavorazioni Tessili, poi Industria Cavelli, a Vanzaghello in corso Italia. 

Faceva parte della grande famiglia Cavelli, il cui nome è legato al tessile a Busto. Anche se lui, sempre animato dalla curiosità e dalla voglia di sapere, aveva fatto ricerche scoprendone le radici alessandrine, racconta il nipote Matteo Cavelli, grato allo zio per la dedizione e la simpatia che ha sempre portato, con quei dettagli storici a cui attribuiva la giusta importanza. 

Pinuccio e Franca, impossibile però non unire i loro nomi. Il dolore di perdere dei genitori così speciali si unisce alla riconoscenza per l'esempio che hanno dato, nei figli Guido e Rossella. 

Vulcanico, inesauribile Pinuccio, che amava il lavoro e i rapporti d'amicizia inossidabili, adorava la musica ed era stato a lungo presidente dei Mandolinisti Bustesi: coincidenze della vita, è mancato proprio nel giorno del concerto di chiusura per gli eventi del centoventesimo anniversario dell'orchestra. E poi, il tip tap: che ballerino strepitoso era.

Perché Pinuccio Cavelli metteva la passione in ogni cosa che faceva

Sui Mandolinisti, spiega il figlio Guido, «era stato presidente, mentre aveva suonato suo papà Guido, dal quale ho preso il nome. Poi era stato presidente del Lions Bramantesco, impegnato in MondoDomani e Busto Tennis. Era Cavaliere ufficiale del lavoro, con la medaglia d'onore: l'attestato fu firmato  da Sandro Pertini e controfirmato da Francesco Cossiga nel 1980. Ma il suo grande consigliere della vita era la regina di casa, nostra madre Franca».

Lei, mancata lo scorso marzo a 85 anni, era stata anche professoressa di arti domestiche all'Università Cattolica, nel cui museo è ancora esposto l'abito da sposa da lei cucito. Partiva alle cinque per andare a insegnare.  

Sempre insieme, come legatissimo era agli amici anche prestigiosi, quali Alessi, Bialetti, Mario Zucchi e Renzo Baldoni la cui scomparsa è stata un duro colpo per il bustocco. Perché le relazioni anche di lavoro possono diventare importanti condivisioni di vita, quando ci sono affinità e si è autentici. Né si può scordare Pinuccio Asta: «Quante cose hanno organizzato insieme per Busto - ricorda ancora Guido - Papà era amico anche di Missoni e del professor Veronesi, per il quale aveva realizzato una serata incredibile raccogliendo tante offerte per le associazioni di Busto». 

C'era sempre una sfida che chiamava Pinuccio Cavelli e lo conduceva anche molto lontano: ha scalato il Kilimangiaro e il Monte Bianco dove trovò anche i resti di un aereo indiano disperso a metà degli anni Cinquanta. Si ruppe tutte le dita dei piedi, cadendo in un crepaccio. E affrontò pure «una traversata al Polo Nord, con un gruppo di amici da Busto, con una guida che era una donna norvegese e un'altra, un italo svizzero - rammenta ancora il figlio - A piedi, con slitte trainate da cani e motoslitte. Sì, gli piacevano le sfide, era curioso di natura».

Vai, divertiti con gli amici, gli diceva sempre Franca. E lui partiva, ma sempre con la gioia di tornare da lei. Come ha fatto anche questa volta.  

Ma.Lu.

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