In un mondo sempre più frenetico e dominato dalla logica dell’efficienza, c’è un valore che resiste, si rinnova e continua a dare frutti: quello dell’associazionismo amatoriale. Un valore che ha il suono vibrante delle corde pizzicate e il respiro condiviso dell’armonia. Sabato 12 aprile, nella suggestiva cornice della Biblioteca Capitolare di Busto Arsizio, si è svolto un convegno di straordinario spessore culturale e umano: “La musica amatoriale e le orchestre a plettro in Lombardia: l’esperienza dei Mandolinisti bustesi”, occasione per celebrare i 120 anni di attività ininterrotta dell’orchestra a plettro di Busto Arsizio.
Un compleanno importante, che ha trovato spazio anche nella mostra allestita nella chiesetta di Sant’Antonio, dove strumenti, foto, libri, pergamene, medaglie, diplomi, targhe e cimeli raccontano la storia di una comunità musicale che ha saputo attraversare epoche, guerre, mode e trasformazioni sociali senza mai perdere la propria identità.
Durante la mattinata, il convegno ha ripercorso la storia dei Mandolinisti bustesi, la natura associativa del gruppo, i repertori affrontati e i confronti con altre realtà orchestrali, lombarde e italiane. Temi centrali sono stati l’importanza del repertorio originale per strumenti a plettro e l’evoluzione delle trascrizioni dal sinfonico. Hanno contribuito con interventi ricchi e appassionati Alberto Tovaglieri, presidente dei Mandolinisti bustesi, il musicologo e docente al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano Ugo Orlandi, e i direttori d’orchestra Anh Tuan Auriemma e Giacomo Giabelli.
Nel pomeriggio il convegno ha preso slancio con nuove prospettive e ospiti istituzionali: Antonio Monzino, presidente della Fondazione Carlo Monzino, ha condiviso il sogno di tornare a produrre mandolini in Italia, sottolineando il ruolo dell’artigianato musicale come patrimonio culturale.
Floriano Massardi, consigliere regionale, ha annunciato con orgoglio l’imminente approvazione di una legge regionale a sostegno delle realtà musicali amatoriali: «La musica aggrega, dà significato. Prima ancora del valore artistico, c’è il valore sociale: è lì che cresce la persona. Ritengo che il valore aggregativo di queste realtà amatoriali sia fondamentale. Prima ancora di quello musicale è il valore sociale l’elemento che mi ha spinto a fare il progetto di legge che consentirà alle realtà amatoriali di poter beneficiare di un sostegno anche economico». Così martedì 15 aprile ci sarà l’accordo politico…. «La Regione Lombardia può vantare questa approvazione – ha ribadito - Gruppi folcloristici, strumentali, cori, bande, fanfare sono i beneficiari di questo intervento. Ci tengo a sottolineare che chi fa musica ha una marcia in più nella vita. L’incentivazione, la valorizzazione e il sostegno da parte delle amministrazioni è importante». E snocciola cifre: «In Lombardia ci sono 600 bande, 400 cori, più i cori scolastici, parrocchiali, fanfare e gruppi folcloristici. Quindi in Lombardia ci sono più di 1500 realtà amatoriali. Più o meno ogni comune ha una realtà di questo genere. Se riusciamo a dare la risposta a come invogliare le nuove generazioni ad avvicinarsi a queste realtà, sono convinto che creeremo una realtà migliore».
La moderazione dell’incontro è stata affidata a Federica Battaglia, che ha guidato gli interventi valorizzando il tema del convegno: come traghettare una tradizione ultracentenaria verso il futuro, coinvolgendo le nuove generazioni.
Monsignor Pagani ha offerto una riflessione intensa sul ruolo della musica come strumento di bellezza e relazione: «Quello che fa bene al cuore fa bene su tutti i versanti. Alimentare questa passione significa alimentare speranza, voglia di vivere significati profondi».
L’assessore alla cultura Manuela Maffioli, in rappresentanza dell’amministrazione comunale, ha ribadito il valore dell’associazionismo amatoriale: «Nulla toglie alla qualità dell’offerta. La cultura è un investimento, finalizzata alla crescita della comunità. Il benessere passa anche dalla cultura. L’aspetto amatoriale ha la stessa dignità del professionismo: concorrono al benessere. Stiamo lavorando affinché a Busto la musica abbia il posto che merita, la cultura non è una cenerentola. C’è un “tavolo della musica” che mette insieme tutte le realtà musicali».
A chiudere, ancora Tovaglieri: «La collaborazione con l’amministrazione è fondamentale. Condividere progetti, spazi, risorse. Questo è un crescendo a cui non vogliamo rinunciare».
Dal passato glorioso a un futuro da costruire insieme, il convegno ha lasciato un messaggio forte: l’associazionismo musicale amatoriale non è un’attività “minore”, ma un pilastro della coesione sociale e della crescita culturale. Come ha ricordato Massardi: «Chi fa musica ha una marcia in più. Dobbiamo solo trovare il modo giusto per farlo capire ai giovani. E quel modo, forse, è già qui, in queste note che raccontano storie di comunità, passione e bellezza condivisa».