Il caso parcheggi per i dipendenti comunali? «Una presa in giro». Anche il sindacato Adl interviene sulla vicenda, già al centro delle proteste del Csa, che contesta l’ipotesi che i posteggi destinati al personale di Palazzo Gilardoni siano quelli della «lontana» via Venezia.
«A più di un anno da quando era stato sollevato il problema, siamo punto e a capo – lamenta Fausto Sartorato, storico rappresentante del sindacato di base –. Non capisco che cosa ci voglia a fare un accordo con Agesp per i lavoratori del comune, sul modello di quelli relativi ad altre realtà. Questa è la considerazione che ha l’amministrazione per i propri dipendenti».
Sartorato si sofferma anche su un’altra questione, quella delle posizioni organizzative. «L’assemblea, a seguito di molte riunioni, aveva stabilito di destinare 20mila euro del fondo incentivante alle attuali P.O. Ora invece pare che l’amministrazione voglia utilizzare queste risorse per aumentarne il numero. Così facendo, non ci sarà un incremento dell’indennità come auspicato. Non lo comprendo e noi non ci stiamo». Su questo, l’assessore al Personale Mario Cislaghi afferma che l’eventuale aumento delle P.O. è legato allo sdoppiamento del dirigente del settore Demografici, Cimiteri, Ambiente ed Ecologia e che ad oggi nessuna decisione definitiva è stata presa, così come per quanto riguarda i parcheggi.
Intanto, da lunedì a mercoledì in municipio si vota per il rinnovo delle Rsu comunali. «Invito i lavoratori ad andare a votare. Più persone partecipano, più le Rsu avranno un peso importante. Per questo auspico che i dipendenti votino in maniera massiccia. Poi, ovviamente, ognuno fa la propria campagna elettorale. Noi caldeggiato il sostegno alla lista Adl, chiarendo che noi promettiamo diritti, non altro». «I nostri delegati, sempre disponibili anche nel loro tempo libero, non ricercano mai il facile accordo con la controparte, impegnandosi invece a presentare soluzioni praticabili, giuste, efficaci e rispettose sia dei lavoratori che del lavoro stesso», si legge in un volantino in cui il sindacato chiede la fiducia dei dipendenti.