Si curano gli acciacchi alla torre piezometrica di via Monterosa, ben visibile in tutta l’area compresa tra centro, zona tribunale e il rione dell’ospedale/San Giuseppe. Uno di quegli edifici che fanno parte del paesaggio. Tanto da essere scontato, qualcosa su cui non ci si interroga più. Eppure, là dove sono state realizzate, le torri idriche hanno svolto un compito fondamentale negli sviluppi urbanistici e nella quotidianità delle persone. E quella che si sta rimettendo in sesto a Busto, decisamente più sofisticata dal punto di vista estetico rispetto alla media, sottoposta a vincolo della sovrintendenza, non fa eccezione.
Le impalcature che l’hanno ingabbiata servono a svolgere un intervento conservativo, da parte di Agesp, per porre rimedio alle infiltrazioni, soprattutto della copertura. Il cartello di cantiere posto all’ingresso dell’area, adibita a depositi, quantifica l’importo dei lavori in 130mila euro, la durata è di 120 giorni.
La costruzione della torre risale a un periodo, la seconda metà dell’Ottocento, caratterizzato da una forte espansione demografica e urbanistica, espansione che doveva poggiare su strutture e infrastrutture adeguate. L’edificio, sostanzialmente un serbatoio sopraelevato, era parte integrante del sistema idrico. Busto, si legge nella documentazione a corredo della descrizione dell'intervento, presentava un tessuto «…già servito da una sede ferroviaria, tracciata nel 1857, allora parte della Ferrovia Mediterranea. La torre piezometrica rientra tra i capisaldi dello sviluppo infrastrutturale della città, dal momento che venne edificata nel 1897, nelle prossimità dell'attuale viale Duca d'Aosta, l'asse viario più importante (la ferrovia fu successivamente trasferita nell’ attuale posizione, Ndr). Nel 1897 fu inaugurato l’acquedotto pubblico costituito da un capiente serbatoio nella parte superiore su una torre alta 25 metri. Il progetto è stato attribuito all’ingegner Giuseppe Villoresi, figlio di Eugenio, ideatore dell’omonimo canale». La voce di Wikipedia dedicata alla storia di Busto, peraltro, indica come artefice della torre lo stesso Eugenio, l’uomo che “portò il mare a Milano”, ma la morte di Villoresi senior nel 1879 rende l’attribuzione pressoché impossibile.
Quel che è certo è che la torre svolse il suo servizio per decenni: «…mantenne la sua funzione fino al 1978. La gestione dell’impianto era garantita dalla Società per la Condotta dell'Acqua di Busto Arsizio, fondata nel 1896 e di cui era presidente l’ing. Giuseppe Introini. Solo in un secondo tempo la società divenne di proprietà comunale, per essere, nel 1948, affidata alla società Municipalizzata Agesp». Che oggi la accudisce.