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Busto Arsizio | 09 aprile 2025, 08:50

Hotel Astoria, il futuro ricomincia adesso: «E sentiamo l'interesse della città»

Si lavora agli interni dell’immobile in viale Duca D’Aosta, per decenni simbolo dell’ospitalità “made in Busto Arsizio”. Acquistato da Laventinove Srl, riaprirà i battenti nel 2026. Paolo Cerè, alla guida della società con la moglie Katia Mantovani: «È un’operazione cui teniamo molto»

Chi vive o lavora a Busto, passando da viale Duca D’Aosta un’occhiata all’hotel Astoria l’ha sempre lanciata. Perché immalinconiva vedere l’albergo chiuso da tanto tempo, constatarne l’abbandono, ricordare pagine anche memorabili legate alla struttura (QUI, il ricordo di quando ci andò Pelé). Da qualche giorno, inequivocabili segni dicono che nella struttura è all’opera un cantiere. Ci lavora, dopo avere acquistato l’immobile, Laventinove, Srl con sede in via XX Settembre. E la prospettiva è quella di un ritorno alle origini: lì ci sarà un hotel, di nuovo.

Alla guida della società che porta avanti l’operazione, una cinquantina di dipendenti tra operai e tecnici, ci sono due architetti, marito e moglie, Paolo Cerè e Katia Mantovani. Che sull’albergo risalente alla fine degli anni Cinquanta avevano messo gli occhi da un po’. «All’acquisto – conferma Cerè - abbiamo lavorato per un anno circa. Ora ci stiamo concentrando sugli interni. Siamo partiti da poco ma alla fine delle operazioni la struttura avrà ancora una vocazione alberghiera».

L’edificio non dovrebbe subire modifiche significative, almeno nel suo aspetto esteriore. «Non ci dispiacerebbe mettere mano anche a quello. Ma senza stravolgimenti e comunque le priorità sono altre. Le divisioni interne, per esempio. Ovviamente gli infissi e gli impianti. In questi ambiti sì che l’intervento è radicale. L’impatto, dal punto di vista dell'approvvigionamento energetico e dei consumi, deve essere al passo coi tempi. In generale, dovremo rispettare standard precisi, fissati dal futuro gestore».

Sì, perché Laventinove resterà proprietaria dell'edificio ma saranno altri a farlo funzionare. Troppo presto per conoscerne l’identità, intanto si possono indicare, almeno in linea di massima, alcune scadenze: «La consegna dovrebbe avvenire a metà del 2026. Forse prima ma gli imprevisti, in questi casi, non mancano mai. Abbiamo anche fissato l’obiettivo di approntare le prime camere entro la fine dell’anno in corso. Ci proveremo». Sull’operazione nel suo complesso: «Abbiamo sede a Busto, stiamo percependo l’interesse per questo lavoro. Ci teniamo e siamo fiduciosi di poter dare alla città qualcosa che sarà apprezzato».

Stefano Tosi

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