Difficoltà per le persone in carrozzina ad accedere ai treni Caravaggio, il caso arriva in Consiglio regionale. Questa mattina, infatti, è stata affrontata la segnalazione di una pendolare con disabilità che, a causa della distanza tra pedana mobile e banchina, è impossibilitata a salire e scendere in autonomia dai convogli in servizio per il collegamento Malpensa Express, come invece riusciva a fare con i treni più “vecchi”.
A portare il caso in assise è stato Luca Paladini, capogruppo di Patto Civico, che ha citato tra le stazioni in cui si presenta il problema anche quelle di Busto Arsizio Nord e Saronno.
«Al netto di ritardi e cancellazioni, è incredibile che siano stati messi sul mercato treni con pedane elettroniche che non sono in grado di offrire il servizio per le quali sono state costruite», ha protestato Paladini mentre venivano trasmesse le immagini che testimoniano l’inconveniente segnalato dalla pendolare, spesso costretta a chiedere un aiuto esterno per ovviare al problema.
L’assessore ai Trasporti Franco Lucente ha evidenziato che i treni Caravaggio risultano «perfettamente a norma». Il punto è che dieci stazioni di Ferrovie Nord «hanno marciapiedi fermi agli anni Novanta e sono fermi alla normativa precedente», ha osservato l’esponente di giunta, evidenziando quindi che «non si tratta di un problema di treni non adeguati ma di infrastrutture».
Lucente ha proseguito spiegando che questi «treni aeroportuali hanno un pulsante blu, che si trova in una sola apertura specifica, per allungare quella pedana». Il problema esiste, ha riconosciuto, ed è stato richiesto a Trenord di intervenire con un adeguamento strutturale nelle dieci stazioni che presentano questa differenza di 5-10 centimetri tra pedana e banchina. Nel frattempo, c’è la possibilità di ricorrere all’unico pulsante per allungare la pedana, oltre all’ausilio del personale.
«Ma il treno è a norma», ha ribadito l’assessore a Paladini. «Alle persone interessa poco che siano le banchine a non essere adeguate – ha replicato il capogruppo di Patto Civico –. Potevate pensare prima a evitare disguidi che stanno colpendo le persone con disabilità. Il problema non è nato ieri e bisognava prevenire questi disagi che riguardano anche le persone normodotate, perché si generano ulteriori ritardi».