L’udienza preliminare a carico di Marco Manfrinati, di Busto Arsizio, accusato dell’omicidio dell’ex suocero Fabio Limido e del tentato omicidio dell’ex moglie Lavinia Limido lo scorso maggio in via Menotti a Varese, è stata rinviata all’8 aprile. La decisione è stata presa dal Gup del tribunale di Varese, Marcello Buffa, che si è riservato di decidere sulla richiesta di perizia psichiatrica avanzata dalla difesa.
L’avvocato Fabrizio Busignani, legale di Manfrinati, ha infatti presentato la richiesta per una consulenza tecnica di parte che mirerebbe a dimostrare le condizioni psico-patologiche del suo assistito a partire dal 2 luglio 2022. «Ho depositato una consulenza tecnica di parte che attesta quale fosse lo stato psico-patologico di Manfrinati all’epoca dei fatti», ha dichiarato Busignani, aggiungendo che il giudice Buffa ha preferito riservarsi la decisione, posticipando l’udienza.
Alla domanda su come stia attualmente l’imputato, l’avvocato ha risposto con parole cariche di tensione: «Male, è un uomo provato da più di due anni di sottrazione di minore, sottrazione che come risulterà dagli atti, era stata pianificata. Una pianificazione perpetrata con la volontà di annichilire la paternità di Marco Manfrinati».
Di segno opposto la posizione dell’accusa. L’avvocato Fabio Ambrosetti, legale della famiglia Limido e del figlio minore nato dal matrimonio tra Manfrinati e Lavinia Limido, ha espresso con fermezza il suo dissenso rispetto alla richiesta di perizia psichiatrica.
«Il pubblico ministero ed io abbiamo chiesto il rigetto della richiesta di perizia - ha detto Ambrosetti -. Ci siamo opposti fermamente perché anche nella CTU che è stata fatta in sede di separazione e di affidamento del minore, hanno tutti concluso per il Manfrinati l’assenza di patologie psichiatriche. Tutti gli accertamenti fatti in precedenza depongono per la sanità mentale del Manfrinati».
Contestualmente, il giudice Buffa ha rigettato l’eccezione sollevata dall’avvocato Fabrizio Busignani, difensore di Manfrinati, relativa alla presunta violazione del diritto alla difesa per difficoltà nell’accesso agli atti, in particolare alle videoregistrazioni ritenute cruciali per l’istruttoria.
L’esito dell’udienza dell’8 aprile sarà cruciale per determinare l’eventuale apertura del dibattimento o ulteriori approfondimenti peritali sulla capacità di intendere e volere dell’imputato.