Un applauso scrosciante ha riempito la sala del cinema Manzoni a Busto, ma prima di quel momento c’è stato un silenzio. Un silenzio denso di significato, carico di emozione e rispetto. Gli studenti, rapiti dalla proiezione di “Out-ismo”, hanno seguito il cortometraggio con attenzione assoluta, lasciandosi coinvolgere da una storia che parla di autismo con delicatezza e profondità. Un segno chiaro: il messaggio è arrivato dritto al cuore.
Lunedì 31 marzo, grazie al lavoro di Progetti Fantasia, nell’ambito del Baff, il regista Luciano Peritore ha presentato il cortometraggio davanti a un pubblico di giovani attenti e partecipi. La dottoressa Chiara Pigni, intervenuta dopo la proiezione, ha approfondito il tema della neurodivergenza, spiegando che esistono diversi modi di ragionare e percepire il mondo.
Luciano Peritore, regista del cortometraggio, ha raccontato l’origine del progetto: «Quando mi è stato proposto di scrivere la sceneggiatura, l’ho trovata molto interessante. Mattia è stato bravissimo sul set. Questo è uno strumento didattico: verrà donato alle scuole e servirà per farvi ragionare rispetto a delle diversità».
La dottoressa Chiara Pigni, nel suo intervento, ha approfondito il concetto di neurodivergenza, spiegandolo come «un modo particolare di ragionare del cervello». Ha inoltre illustrato che tra i neurodivergenti rientrano soggetti con autismo, dislessia, discalculia, disgrafia, deficit di attenzione e iperattività. Ha poi sottolineato due aspetti fondamentali dell’autismo: l’affetto e l’interazione sociale e i modelli di comportamento atipici.
Dopo il cortometraggio, gli studenti hanno assistito alla proiezione del film “Il ragazzo con i pantaloni rosa”.
L’iniziativa ha visto la partecipazione di 650 studenti provenienti da Enaip, Acof, Verri e Liceo Scientifico Tosi di Busto Arsizio. In tre giorni, saranno coinvolti 1.600 ragazzi.
La mattinata si è conclusa con gli interventi di Paolo Castelli e Patrizia Corbo, docenti di design della comunicazione del Politecnico e dell’Istituto Antonioni, che hanno arricchito ulteriormente il dibattito.
Un’esperienza che ha lasciato il segno, dimostrando come il cinema possa essere uno strumento potente per raccontare la diversità e sensibilizzare le nuove generazioni.
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