È sfida a Gallarate per la guida di Forza Italia. Questa mattina alle ex Scuderie Martignoni si è aperto il congresso cittadino che vede contrapposti il commissario uscente ed ex sindaco Nicola Mucci e il capogruppo consiliare Calogero Ceraldi.
Sono 440 gli iscritti chiamati a decidere chi sarà il nuovo segretario: il seggio rimarrà aperto fino alle 15.15; poi la conta dei voti e la proclamazione.
Negli interventi dei candidati alla segreteria, sono emerse due posizioni differenti. Ceraldi ha puntato su tre pilastri: crescita, innovazione, partecipazione. Mucci, invece, non ha lesinato stoccate all’amministrazione - di cui FI fa parte - guidata dal sindaco leghista Andrea Cassani, a sua volta “duro” nel proprio messaggio di saluto: «È sembrato che qualcuno volesse metterci in difficoltà e cattiva luce».
Gallera presidente di seggio
Due idee di verse di partito, due sensibilità distinte anche per quanto riguarda il rapporto con l’amministrazione del sindaco Cassani. Più in linea col primo cittadino la corrente cui appartiene Ceraldi, che ha come riferimento il vicesindaco Rocco Longobardi. Più pubblicamente critica, e non da oggi, quella di Mucci.
Impossibile trovare una sintesi e una candidatura unitaria, nonostante il rinvio di due settimane dell’appuntamento congressuale.
«È un momento di confronto, anche della conta e della verifica – le parole del consigliere ed ex assessore regionale Giulio Gallera, chiamato a presiedere un congresso così delicato –. Ma non c’è una situazione di uno contro l’altro e di chi perde che sbatte la porta e se ne va. Sarebbe la cosa più sbagliata».
Posizione ribadita anche dal segretario provinciale Simone Longhini, dal vicecoordinatore regionale Giuseppe Taldone e dal consigliere regionale Giuseppe Licata.
I tre pilastri di Ceraldi
Ceraldi ha parlato di un «momento storico»: «Oggi scegliamo un metodo di lavoro e una visione per il futuro. Avremmo auspicato un percorso unitario, ma l’unità non può essere imposta e se non si trova una sintesi è doveroso affidarsi agli iscritti».
Il capogruppo si presenta a loro come «rappresentate di un progetto politico costruito con una squadra che vuole rilanciare Forza Italia». Il suo programma si basa su tre pilatri: «Crescita (con una segreteria comunale forte, efficiente); innovazione (la politica è cambiata, occorre aggiornare il modo di comunicare, coinvolgere le nuove generazione); partecipazione, con la raccolta di proposte di iscritti, simpatizzanti, realtà civiche e sociali».
«La segreteria comunale non può essere un uomo solo al comando – ha sottolineato –. Lo stile sarà inclusivo, operativo e trasparente. Voglio che il partito sia utile, presente, autorevole. FI deve tornare a essere protagonista, un riferimento per il centrodestra ma anche una voce autonoma e riconoscibile. Non un partito di plastica che si anima a ridosso a elezioni, ma una realtà viva e con un progetto chiaro per la città. Dopo 31 anni nel partito, qualunque sia il risultato del congresso lavorerà sempre per Forza Italia»
L’affondo di Mucci
Nel suo intervento, Mucci ha posto alcune questioni legate al partito ma anche all’amministrazione guidata da Cassani (che, a sua volta, nel proprio messaggio di saluto non aveva risparmiato critiche alla gestione del partito forzista).
«Felice che sia stata avviata la stagione dei congressi – ha esordito –. Ma ci sono delle criticità e mi auguro si avvii un dibattito sul senso e il significato dell’adesione al partito, sulla capacità di non pensare alle adesioni come a un oggetto contundente da scagliare verso l’opinione pubblica. L’organizzazione interna deve riconoscere il ruolo e la capacità dei militanti che lavorano alla vita del partito, alle sue attività, alla campagna elettorale, con una premialità in ambito statutario e regolamentare. E non possiamo non sapere quali sono gli iscritti del partito in ambito congressuale».
Quindi il focus su Gallarate e il territorio: «C’è una seria difficoltà di crescita. Qualcuno si ricorda l’ultima apertura di una grossa impresa industriale all’interno questa città? Avrei voluto chiederlo al sindaco. Io lo ricordo, ero io sindaco oltre 15 anni fa quando si insediavano imprese a Sciarè e apriva il centro direzionale di Yamamay».
Difficoltà che si vedono «nei numeri del bilancio del Comune: la nostra città da dieci anni non cresce più, anzi ci sono alcuni passi di arretramento economico. Per questo ho parlato del tema dell’urbanistica. Non possiamo avere un Pgt scaduto da anni non in grado di intercettare le risorse di chi vuole investire, individuando le diverse aree».
Critiche anche sul fronte dei servizi sociali, delle opere pubbliche («che devono essere inquadrate attraverso una programmazione che tardo a vedere»), dell’ospedale («la città non si può ritrovare senza quello di comunità. 13mila persone hanno aderito a una raccolta firme derubricata come cosa marginale»), della sicurezza («non possiamo avere un comando così sotto organico»).
Mucci ha anche lamentato «una forte contrazione nella capacità di dialogo interno al centrodestra».
Duro anche Cassani
Un intervento duro quello di Mucci, al punto che Gallera ha poi precisato che, al di là della possibilità di pungolare l’amministrazione, «Forza Italia vuole continuare a governare la città dentro a un perimetro chiaro e preciso».
Mentre Longobardi ha di fatto replicato a Mucci chiedendo se «va bene stare in amministrazione o no? Se si parla sempre negativamente della città, vuol dire stare all’opposizione. L’amministrazione sta facendo cose importanti, pur commettendo degli errori. È stato detto che siamo troppo vicini all’amministrazione, come se il mio impegno avesse secondi fini. È stato messo in dubbio il tesseramento. Noi abbiamo scelto silenzio, lavoro e rispetto. Chi ha un progetto non ha bisogno di diffondere sospetti».
Il sindaco Cassani, assente, ha fatto pervenire un messaggio a sua volta non conciliante con la segreteria uscente: «Negli ultimi 15 mesi, sarebbe ipocrita omettere di raccontarlo, è stato difficile rapportarsi localmente con Forza Italia perché sembrava quasi che, alla volontà di qualcuno dei vostri esponenti di collaborare per amministrare la città si anteponesse, in maniera uguale e contraria, chi cercava di mettere in difficoltà e cattiva luce l’amministrazione stessa. Il tutto lasciava ancor più esterrefatti perché non se ne comprende la reale motivazione politica. Sono certo che in quanto tesserati di un partito di centrodestra, farete la scelta giusta per il futuro della nostra città e di Forza Italia».
Presenti a portare il proprio saluto anche Marco Colombo (Fratelli d’Italia), Giorgio Caielli (Lega), Massimo Gnocchi (Obiettivo Comune Gallarate), Cesare Coppe (Città è Vita), Anna Zambon (Partito Democratico). A breve l'esito.