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Storie | 29 marzo 2025, 09:15

Giuseppe Ponti, la scrittura nata dall’amore: «Dentro di noi abbiamo tante esperienze che rischiano di perdersi»

Il romanziere di Busto Arsizio per accompagnare sua moglie Paola negli ultimi giorni, ha scritto un libro sulla loro storia d’amore. Da allora, la scrittura è diventata il suo rifugio e la sua passione, portandolo a pubblicare diversi romanzi. Oggi condivide il suo amore per le parole con i lettori e gli studenti

Quando Paola era all’hospice, Giuseppe Ponti voleva farle un ultimo regalo. Un diamante? Troppo banale. Un viaggio? Impossibile. Così ha scelto l’unica cosa che poteva restare per sempre: la loro storia d’amore. Ogni giorno scriveva e ogni sera le leggeva i capitoli. In venti giorni ha completato il libro “Tienimi la mano”, un testamento d’amore che ha poi regalato a 600 persone.

Ma quel libro non è stato solo un addio. È stato l’inizio di una nuova vita. La scrittura è diventata per Giuseppe un rifugio, un modo per affrontare il dolore, per dare un senso all’assenza. Quando si svegliava nel cuore della notte pensando a Paola, scriveva. Scriveva per sopravvivere. Scriveva per non perdersi.

E così sono arrivati altri libri: “Teo e la farfalla”, un romanzo sul percorso della vita e il valore dell’amore; “Delitto sul green”, un giallo ambientato in un campo da golf; poi una raccolta di racconti brevi sulle dinamiche di coppia. Ora è in arrivo un nuovo thriller, “Inganni oltre ai vetri”, ambientato nel mondo dell’industria farmaceutica.

Ponti non era uno scrittore. Aveva un background tecnico, lavorava nel settore vendite e marketing. Ma la creatività, che un tempo usava per il lavoro, l’ha portata nella scrittura. E oggi non può più farne a meno.

Lo ha raccontato di recente agli studenti del liceo scientifico Tosi di Busto Arsizio, dove è stato ospite per parlare della sua passione. I ragazzi erano affascinati. «Dentro di noi abbiamo tante esperienze che rischiano di perdersi se non vengono messe per iscritto - ha raccontato - Scrivere è un esercizio mentale che mantiene vivi i neuroni, la fantasia, la creatività».

Per Giuseppe Ponti la scrittura è molto più di un passatempo: è un modo per dare forma ai pensieri, per catturare emozioni, per lasciare un segno. Scrivere significa scavare dentro di sé, dare voce a ricordi e sensazioni, trasformare le esperienze in qualcosa di eterno. La scrittura è memoria, è testimonianza, è identità.

E, soprattutto, scrivere è condivisione. Un libro non è solo parole su carta, è un ponte tra chi scrive e chi legge, un dialogo silenzioso capace di attraversare il tempo e lo spazio. «Quando uno scrive, scrive di sé, ma poi c’è la fantasia, la creatività che vuole esplodere. Serve per stimolare il senso critico», racconta Ponti.

Per lui la scrittura è diventata una nuova strada, un’opportunità inaspettata nata dal dolore. Ma è anche un messaggio di speranza: perché, come dimostra la sua storia, dalle pagine di un libro può nascere una nuova vita.

Laura Vignati

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