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Politica | 28 marzo 2025, 15:10

VIDEO e FOTO. Continui ritardi al Conventino, Antonelli attacca la soprintendenza: «Così non si può andare avanti»

La ristrutturazione dell'edificio storico di via Matteotti sta andando per le lunghe e il Comune ha già dichiarato che, visti i paletti imposti, non potrà rispettare i tempi di consegna dell'opera. Il sindaco di Busto: «Non vogliamo cancellare la nostra storia, ma rischiamo di buttar via tempo e i soldi dei cittadini. Che tutti si assumano le proprie responsabilità»

Problemi, problemi, problemi: i lavori al conventino di via Matteotti si stanno allungando (LEGGI QUI) e, come afferma il sindaco di Busto Emanuele Antonelli, non termineranno entro la data prestabilita, ovvero marzo 2026. In Comune ci si sta già preparando a una possibile azione legale

«Non andremo lunghi di una settimana, ma di molto di più. Abbiamo perso 6-7 mesi a causa di tutti gli incontri con la soprintendenza che abbiamo dovuto fare». Ma se l'organo preposto alla salvaguardia dei beni culturali rispetta comunque i tempi previsti dalla legge, queste pause non previste potrebbero causare grossi problemi all'ente di Palazzo Gilardoni, che vede, suo malgrado, allungare i tempi di consegna. Muri che crollano, cocci da salvare, strutture da consolidare: la situazione all'interno dell'edificio è molto instabile, quasi drammatica in alcuni punti. 

Dopo aver potuto vedere in prima persona il cantiere, pare quasi impossibile che tutto non imploda su sé stesso, come avvenuto per una parete, di mattoni e pietre, crollata di recente. Cocci che, tra l'altro, non possono essere smaltiti ma vanno recuperati. 

Ma, allo stato attuale, se l'opera non venisse consegnata entro un anno esatto, il Comune vedrebbe svanire il contributo arrivato grazie al Pnrr. E se invece si decidesse di interrompere i lavori in questo preciso istante, sarebbero gettati i soldi finora spesi. 

Antonelli chiede maggior margine di manovra, senza, per qualsiasi cosa, dover aspettare una risposta della soprintendenza. «Siamo stanchi di trattare certe opere come se fossero il Colosseo – afferma il primo cittadino di Busto Arsizio - quando invece necessitano solo di un approccio più malleabile. La soprintendenza ci impone delle normative e fa delle richieste che ci fanno perdere tempo e soldi, mettendo a rischio la scadenza del marzo 2026 per i fondi del Pnrr.

Se ci fermiamo qui, rinunciando al progetto, abbiamo già speso 2 milioni di euro, soldi dei cittadini bustocchi. Se andiamo avanti, pur sapendo che è quasi impossibile rispettare la scadenza, rischiamo di dover restituire 6 milioni di euro del Pnrr. Capite il dilemma?

Io mi prenderò le mie responsabilità, ma voglio che anche gli altri si assumano le proprie. È troppo facile nascondersi dietro le scrivanie degli uffici statali. Mandano lettere per edifici che considerano opere d'arte, quando per un privato sarebbero da abbattere. Solo per mettere in sicurezza la Cascina Burattana, edificio diroccato che sicuramente non riusciremo a ristrutturare, ci chiedono 200mila euro. Busto ha altre priorità!».

Martedì ci sarà un incontro con il Prefetto, che influenzerà la scelta dell'amministrazione comunale. Proseguire o interrompere i lavoro? E, poi, agire per vie legali nei confronti della soprintendenza Archeologica Belle Arti Paesaggio di Milano o no?

Giovanni Ferrario

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