Si è concluso con straordinario successo il primo appuntamento della rassegna "La Cultura del Vivere Bene", un'iniziativa fortemente voluta dall'Assessore alla Cultura di Regione Lombardia, Francesca Caruso, in collaborazione con la Lilt di Varese. Un ciclo di incontri a ingresso libero, concepito per diffondere la consapevolezza sull’importanza della prevenzione e dei corretti stili di vita, che si è inaugurato con un ospite d’eccezione: Mogol, mentre Fabio Gallazzi ha accompagnato al pianoforte alcuni capolavori della canzone italiana, tra cui Al di là e Una lacrima sul viso, omaggio alla straordinaria carriera di Mogol.
Mogol: quando la cultura incontra la cura
Figura cardine della canzone d’autore italiana, Giulio Rapetti Mogol è andato ben oltre il suo ruolo di paroliere per farsi portavoce di un nuovo umanesimo della salute. La presentazione del suo libro La Rinascita si è rivelata una lectio magistralis sull’importanza della prevenzione come sfida culturale. "Possiamo vivere senza ammalarci: è la mente a governare ogni cosa. Non avere autostima, essere negativi, lasciarsi travolgere dai conflitti sono elementi nocivi per il nostro benessere. Dobbiamo essere ricchi di virtù, aiutare gli altri, sorridere, coltivare passioni", ha dichiarato il Maestro, svelando il senso più profondo del suo lavoro editoriale.
L’opera, realizzata con il contributo di eminenti esperti come Giovanni Scapagnini, Emanuele De Nobili, Carlo Massullo, Antonio Mistretta, Maria Pontillo e Fabiana Superti, e con la collaborazione editoriale di Giuseppe Cesaro, si configura come un manuale di vita consapevole, un vademecum per chi intende perseguire il benessere attraverso scelte quotidiane responsabili. "La salute è nella nostra memoria. Dipende da ciò che abbiamo assorbito, vissuto e messo in pratica", ha sottolineato Mogol, riaffermando il valore dell’educazione alla salute fin dalla giovane età.
La salute come scelta quotidiana Mogol ha ribadito la necessità di un cambiamento radicale nelle abitudini alimentari e nello stile di vita: "I paesi occidentali consumano un quarto in più di cibo rispetto al necessario. Il digiuno è fondamentale", ha affermato, invitando alla moderazione e alla consapevolezza nutrizionale. Il Maestro ha poi evidenziato il ruolo dell'attività fisica, troppo spesso trascurata nella terza età: "Solo il 10% degli ultrasessantenni pratica attività fisica regolare, eppure è una delle chiavi per invecchiare bene".
Nel corso della serata, Mogol ha affrontato anche il tema della spiritualità come componente essenziale del benessere: "La preghiera ha effetti positivi sulla psiche. Il perdono non è solo un dono per gli altri, ma soprattutto per noi stessi. La vera grandezza risiede nell’umiltà, un valore che influenza direttamente la nostra salute".
La musica come strumento di benessere
Ma la musica, ancora una volta, si è rivelata la sua più grande alleata: "Ascoltare musica fa bene alla salute. Cantare, soprattutto in gruppo, stimola la produzione di endorfine e migliora lo stato d’animo. È un’arma straordinaria contro la depressione e un prezioso supporto per chi affronta malattie gravi. La gioia e l’entusiasmo generano serenità, e questa è una delle migliori forme di prevenzione".
La musica, infatti, agisce come un regolatore emotivo, allevia lo stress e contribuisce a migliorare la qualità della vita, confermando ancora una volta la sua funzione sociale e terapeutica.
L’impegno di Francesca Caruso per una nuova consapevolezza
La scelta di aprire la rassegna con una figura del calibro di Mogol non è stata casuale: Francesca Caruso, assessore alla Cultura di Regione Lombardia, ha voluto che fosse proprio un maestro della parola e della musica a inaugurare il progetto, affinché il messaggio della prevenzione potesse risuonare con forza attraverso l’arte. "Diffondere la cultura della salute nelle scuole e nelle fabbriche significa investire nel futuro della nostra società", ha dichiarato Caruso, sottolineando il valore di un’iniziativa capace di coniugare conoscenza e consapevolezza sociale.
Arte e benessere: un legame indissolubile
Un’ulteriore riflessione è stata offerta da Mario Lainati, che aprendo la serata ha definito l’evento "un matrimonio tra l’arte visiva di questo museo e l’arte del vivere bene", sottolineando il valore della cultura come strumento di crescita collettiva.
L’incontro, condotto dal giornalista Matteo Inzaghi, direttore di Rete55, ha saputo coniugare scienza, arte e musica, in un evento di straordinaria intensità emotiva partecipato da più di trecento persone a riempire la Sala Arazzi del MA*GA.
Nella seconda parte della serata il dialogo con gli esperti: Ivanoe Pellerin, presidente della Lilt di Varese, ha ribadito l'importanza della prevenzione oncologica, mentre il Prof. Francesca Rovera, Ordinario di Chirurgia Generale all’Università dell’Insubria e responsabile della Breast Unit Asst Settelaghi di Varese, e il dottor Carlo Buizza, già primario di Urologia all'Asst Valle Olona e ora Senior Consultant di Humanitas Mater Domini, hanno illustrato i progressi scientifici e le strategie più efficaci nella diagnosi precoce.
Un inizio straordinario per un progetto di ampio respiro
La serata ha rappresentato un punto di partenza significativo per un’iniziativa che si propone di diffondere, attraverso la cultura, un messaggio di prevenzione e consapevolezza. Mogol, con la sua straordinaria capacità comunicativa e il suo vissuto esemplare, ha dimostrato ancora una volta che la cultura è molto più di un'espressione artistica: è uno strumento di trasformazione sociale e un potente alleato della salute.