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Valle Olona | 27 marzo 2025, 15:28

Addio a Mario Bellin, fondatore del Mobilificio a Castellanza

L'imprenditore si è spento a 87 anni dopo una vita di sacrifici e passione per il lavoro. Partito dal nulla, ha costruito un’attività solida, trasmettendo ai figli valori di dedizione e generosità. Oltre al lavoro, amava la pesca e le auto e ha lasciato un’eredità di insegnamenti e affetti profondi

Addio a Mario Bellin, fondatore del Mobilificio a Castellanza

Ha appena fatto in tempo a festeggiare i 50 anni della sua attività - il Mobilificio Bellin - un traguardo che rappresentava l’essenza del suo percorso: impegno, dedizione e amore per il lavoro. Mario Bellin, 87 anni, si è spento nella notte del 27 marzo, lasciando un’eredità di valori profondi e un mobilificio che porta il suo nome, simbolo della sua determinazione. Riposa nella sua abitazione di Marnate. I funerali si terranno sabato alle 10 nella chiesa di Sant’Ilario a Marnate.

A ricordarlo con affetto è il figlio Antonello: «La generosità è il primo aspetto che ricordo di papà. Ci ha voluto bene tantissimo. Era brillante, altruista, sempre pronto ad aiutare gli altri». Due figli, Antonello e Laura, e cinque nipoti porteranno avanti la sua eredità, non solo professionale, ma anche umana.

Dal Veneto a Castellanza: una storia di sacrifici

La sua storia è quella di tanti uomini della sua generazione, partiti dal nulla con il solo desiderio di costruire qualcosa per sé e per la propria famiglia. Da giovane, in Veneto, ha colto al volo un’opportunità: passavano pulmini in cerca di falegnami e lui è salito su uno di essi, destinazione Castellanza. Qui ha trovato ospitalità da una signora che affittava camere e ha iniziato i suoi primi lavori con una piccola macchina per lavorare il legno.

Dalle prime scarpiere e piccoli mobili, è passato a un negozio che negli anni è cresciuto sempre più, fino a fondare il Mobilificio Bellin in viale Lombardia, che oggi è un punto di riferimento nel settore. Un’attività che ha poi trasmesso ai figli, con la stessa passione e cura con cui aveva costruito tutto da zero.

Un imprenditore lungimirante

Dotato di una straordinaria intelligenza pratica, Mario Bellin ha sempre saputo quando era il momento di sacrificarsi e quando, invece, era il tempo di delegare. Intorno ai 45 anni ha iniziato a lasciare il controllo ai figli, restando però una guida costante. «Era dietro le quinte, ma sapevamo che c’era. Ci faceva sentire protetti», racconta Antonello.

Un principio che aveva fatto suo anche se si pensa al libro “La seconda onda”, che spiega come l’esperienza acquisita negli anni debba essere messa a disposizione degli altri. E lui lo aveva fatto: aveva insegnato, trasmesso, lasciato che i figli crescessero, pur rimanendo un punto di riferimento.

Passioni e ricordi

Oltre al lavoro, Mario Bellin coltivava anche le sue passioni. Amava la pesca: all’inizio andava spesso in Svizzera, poi in Valtellina, e una volta si era spinto fino in Norvegia per pescare il salmone. Aveva anche una grande passione per le auto, un hobby che lo ha accompagnato per tutta la vita.

Oggi la sua famiglia lo piange, ma soprattutto lo ricorda con gratitudine. La sua eredità non è solo un mobilificio, ma un esempio di sacrificio, lungimiranza e generosità.

Laura Vignati

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