Scuola | 25 marzo 2025, 09:07

“Iperconnessi”: quando il teatro invita a guardare altrove con gli studenti dello scientifico Tosi

Lo spettacolo in scena venerdì 28 marzo al teatro San Giovanni Bosco di Busto Arsizio affronta il tema della dipendenza dagli schermi e del sottile confine tra realtà e virtuale. Un blackout improvviso costringe i protagonisti a guardare fuori da una finestra, unico “schermo” rimasto, portandoli a riscoprire il mondo reale. Il messaggio finale invita a un uso consapevole della tecnologia e alla necessità, ogni tanto, di guardare altrove

“Iperconnessi”: quando il teatro invita a guardare altrove con gli studenti dello scientifico Tosi

Venerdì 28 marzo, alle 21, il teatro San Giovanni Bosco di Busto Arsizio ospiterà lo spettacolo teatrale "Iperconnessi", messo in scena dagli studenti del liceo scientifico Tosi. La rappresentazione è il frutto del corso di teatro organizzato dall’istituto e diretto da Jacopo Pari, che ha guidato i giovani attori nella costruzione di uno spettacolo intenso e attuale.

Uno sguardo critico sulla connessione digitale

Il tema affrontato è quanto mai contemporaneo: l’iperconnessione e il ruolo sempre più pervasivo della tecnologia nelle nostre vite. Lo spettacolo nasce da un laboratorio creativo in cui gli studenti hanno esplorato il confine sottile tra il reale e il virtuale, ispirandosi anche a un confronto con lo psicoterapeuta Alberto Pellai.

«Si è creato un clima bellissimo – racconta il regista Jacopo Pari –. I ragazzi sono splendidi: persone curiose, attente e profonde». L’idea centrale dello spettacolo parte da una domanda provocatoria: Cosa succederebbe se all’improvviso andasse via la luce? Senza la possibilità di connettersi agli schermi digitali, l’unico “schermo” rimasto è una finestra, da cui si può osservare la realtà senza filtri, nella sua bellezza o nella sua durezza.

Dall’oscurità alla luce della consapevolezza

Lo spettacolo è una successione di scene che mostrano i ragazzi immersi nell’uso compulsivo dei loro dispositivi, fino a quando un blackout li costringe a guardare il mondo reale. Ed è in quel momento che scoprono la bellezza di ciò che li circonda. Un parallelismo suggestivo viene fatto con "L’Infinito" di Leopardi: inizialmente lo sguardo è bloccato da una “siepe”, ma basta andare oltre per scorgere qualcosa di più grande.

«Nel corso dell’evoluzione – prosegue il regista – la tecnologia è nata per servire l’uomo, ma oggi è l’uomo a essere al servizio della tecnologia. Gli strumenti digitali sono diventati un’estensione del sé, trasformando l’essere umano in un robot performante. Ma un giorno un blackout improvviso ha dato l’opportunità di guardare da una finestra, l’unico schermo che illuminava la realtà».

Dal titolo “Altrove” a “Iperconnessi”

In origine, lo spettacolo avrebbe dovuto chiamarsi "Altrove", proprio per sottolineare la necessità di distogliere lo sguardo dagli schermi e imparare a osservare ciò che sta oltre. Il messaggio finale resta chiaro: la tecnologia è utile e potente, ma va utilizzata con consapevolezza. Di tanto in tanto, è fondamentale guardare altrove.

Gli interpreti

Sul palco si esibiranno: Matilde Buratti, Alessandro Caramaschi, Leonardo Cartabia, Giulia Cattò, Filippo Crespi, Gea Crimella, Daniele Domenella, Michele Dosio, Elisa Fanuele, Giacomo Fiori, Flavio Florescu, Federico Gallazzi, Lucia Garcia Billo, Rosa Lampugnani, Andrea Ligabò, Marco Malacrida, Fabrizio Sebastiano Monti, Giorgio Monti, Luca Pariani, Giulia Villa.

Uno spettacolo che invita a riflettere sul nostro rapporto con la tecnologia e sull’importanza di riconnettersi alla realtà.
 

Laura Vignati

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