Sociale - 19 marzo 2025, 08:15

Tanti a Busto sono in difficoltà e non osano chiedere: l'appello che chiama ciascuno a fare la sua parte

In occasione della Quaresima l'invito di don Antonio Corvi a Sant'Edoardo: 160 famiglie si rivolgono al negozio solidale. Ma c'è anche la bellezza di fare rete con la città: questa sera confronto con la mensa dei poveri dei Frati

I pannelli esposti nella chiesa di Sant'Edoardo per invitare alla Quaresima

«Persone che mangiano poco e male perché devono fare i conti con il proprio stipendio e con i soldi che entrano in casa esistono... ma non lo dicono, per vergogna, per non fare la figura di chi si trova costretto a chiedere». In questo periodo di Quaresima le riflessioni di don Antonio Corvi partono dalla realtà, spesso nascosta o silenziosa della città. Lui è parroco di Sant'Edoardo, ma menziona anche altre iniziative a Busto che ogni giorno servono a sostenere i bisogni di chi è in difficoltà e spesso non sa come dirlo. Lo fa, perché è importante fare squadra, partire dalla propria comunità per rendersi conto di quella più vasta della città.

"L'avete fatto a me. Dar da mangiare... dar da bere" è il filo conduttore di questa Quaresima, un filo di riflessione e azione insieme.

Don Antonio ricorda l'impegno del negozio solidale a Sant'Edoardo: aiuta circa 160 famiglie del rione e in queste settimane l'appello è farsi carico della colazione di questi concittadini in difficoltà. Sì, perché i rifornimenti in questo senso scarseggiano: «Si può prendere la borsa in fondo alla chiesa e portarla la domenica successiva. Domenica 23 marzo chiediamo ad esempio di portare i cereali».

Lo sguardo viaggia dal rione al resto della città, con le consegne di alimentari che avvengono nelle Caritas delle parrocchie del Decanato, ma anche «la Mensa gestita dai Frati Minori, la distribuzione di cibo alla Stazione, i pacchi distribuiti dal "Banco La Luna" e da altre associazioni». Questo fermento è un segno della solidarietà che esiste a Busto, d'altro canto tutte queste attività «stanno ad indicare che anche qui a Busto Arsizio, nella ridente provincia lombarda dal primo quarto di questo secolo, il problema esiste ed è reale». A questo proposito, nella chiesa di Sant'Edoardo si è deciso di invitare frate Pietro mercoledì 19 marzo alle ore 20.45: ci si confronterà con lui, che parlerà della mensa dei poveri dei Frati. 

L'aspetto cruciale della Quaresima è l'ascolto di questi bisogni spesso nascosti, ma anche e soprattutto un impegno che diventa comune: «In qualche modo noi possiamo farcene carico, anche con un piccolo contributo. Che - intendiamoci bene - non può essere "una-liberale-concessione-di-quel-più-che-mi-avanza"! Per diventare opera di misericordia bisogna che sia un gesto di condivisione: io condivido con te, ciò che ho. Mi tolgo dai denti quello che potrei mangiare io e lo do a te che mi stai chiedendo una mano. Significa che per "dar-da-mangiare/bere-a-te", scelgo di rinunciare "a-ciò-che-mangerei/berrei-io". Per questo i cristiani fanno digiuno: quando vedono il bisogno concreto si sentono responsabili - conclude don Antonio - non girano la faccia dall'altra parte e fanno quel poco che possono con i "5 pani e 2 pesci" di cui si parla tanto nel Vangelo, semplicemente perchè qualche cosa - anche piccola - ciascuno di noi la possiede e può condividerla, cominciando così a sfamare... chi ha fame sul serio».

Ma. Lu.