Si è tenuta oggi in Tribunale a Varese l’udienza del procedimento penale a carico di Marco Manfrinati, imputato per atti persecutori nei confronti dell’ex moglie, Lavinia Limido. L’udienza, iniziata alle 12:30, ha visto la deposizione di numerosi testimoni citati dalla difesa, con particolare attenzione agli interventi della psichiatra forense Stefania Lucia Zaroli e dei genitori dell’imputato, i quali hanno fornito la loro versione dei fatti in merito alle circostanze intercorse tra l’estate 2022 e l’inverno 22/23
L’avvocato difensore, Fabrizio Busignani, ha articolato un esame testimoniale volto a mettere in luce la complessità della vicenda, soffermandosi in particolare sul disagio emotivo di Manfrinati a seguito della separazione forzata dal figlio e sulla componente economica la crisi matrimoniale.
Le dichiarazioni della psichiatra forense
La dottoressa Stefania Lucia Zaroli, consulente di parte, ha fornito una disamina dettagliata delle condizioni psichiatriche dell’imputato, diagnosticando una neurodivergenza con plusdotazione intellettiva e autismo ad alto funzionamento. Secondo la consulente, Manfrinati attraversava fasi di stabilità quando impegnato in attività e progetti lavorativi che gli infondevano una certa rassicurazione, ma manifestava episodi di scompenso riguardo alle dinamiche famigliari, connotati da una sintomatologia ansioso-depressiva aggravata dall’uso di benzodiazepine e, successivamente, di neurolettici.
«Ciò che avrebbe potuto essere gestito come una separazione ordinaria si è trasformato in un conflitto esasperato», ha dichiarato la psichiatra, sottolineando come l’imputato abbia vissuto un profondo stato di isolamento affettivo a seguito della separazione dal figlio. In sede di esame, la difesa ha inoltre richiamato una pronuncia del Tribunale per i Minorenni di gennaio 2024, nella quale veniva disposto il ripristino delle frequentazioni tra il padre e il minore, successivamente sospese dal maggio scorso.
Le testimonianze dei genitori di Manfrinati
Nel corso dell’istruttoria dibattimentale, la madre dell’imputato ha ricostruito alcuni degli aspetti patrimoniali della coppia, riferendo che, fino al 2022, la famiglia non era a conoscenza di criticità nel rapporto coniugale. La teste ha dichiarato che le tensioni tra le parti sarebbero state determinate prevalentemente da questioni economiche: «Nella primavera del 2021 è stato costituito un fondo patrimoniale comprendente unicamente le proprietà di Marco. Successivamente, la coppia ha convertito una società da SAS a SRL, ma le quote spettanti alla coniuge non sono mai state versate».
Incalzata da Busignani sullo stato morale del figlio a gennaio 2023 si lascia andare ad uno sfogo «l’umore con gli antidepressivi non era così deflesso ma non era più il mio Marco, era un’altra persona, non aveva più entusiasmo per nulla, non aveva più amore per la vita. Quello che vogliono è che Marco arrivi a suicidarsi».
Sotto esame il padre dell’imputato ha smentito che il figlio abbia mai manifestato comportamenti violenti nei confronti della ex moglie, riferendo che, in occasione di un episodio avvenuto a Varese il 2 gennaio 2023, non vi sarebbero state reazioni aggressive da parte dello stesso. Ha inoltre dichiarato che la famiglia dell’imputato sarebbe stata privata della possibilità di mantenere rapporti con il minore, nonostante le determinazioni del Tribunale per i Minorenni.
Il prossimo 9 aprile alle ore 10 è calendarizzata la discussione finale ma prima verrà interrogato dall’avvocato Ambrosetti il fratello di Manfrinati riguardo al contenuto di una registrazione telefonica presentata in data odierna dal legale dell’accusa.