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Busto Arsizio | 15 marzo 2025, 16:37

Pilomat abbattuti, la preside insiste: «L’Amministrazione comunale ascolti e faccia rispettare le regole»

Intorno alle barriere danneggiate vicino all’Ite Tosi è nato un botta e risposta tra la dirigente scolastica Amanda Ferrario e il consigliere comunale Alex Gorletta. Toni tutt’altro che accesi ma entrambi tengono il punto. L’intervento più recente è di Amanda Ferrario. Che cita progetti e iniziative dell’Istituto, segnala le insidie per i ciclisti in viale Stelvio, anche sulla corsia riservata, ricorda le criticità legate alle auto vicino alle scuole, parla del valore dell’esempio

Pilomat abbattuti, la preside insiste: «L’Amministrazione comunale ascolti e faccia rispettare le regole»

I pilomat vicino all’Ite Tosi cadono come birilli per colpa di automobilisti indifferenti alla segnaletica e ai divieti, nasce il dibattito. Protagonisti sono la dirigente scolastica Amanda Ferrario, che segnala il danno ricorrente, e il consigliere comunale con delega alla Viabilità Alex Gorletta. Esordio a firma della preside (vedi QUI). Risposta, con tanto di sollecitazione alla propositività e alla concretezza, da parte del consigliere (QUI). Ora la controreplica di Amanda Ferrario. Chiarisce, fra l’altro, che gli autori degli “strike” non sono genitori impegnati a recapitare figli a un metro dai cancelli dell’istituto, tocca il tasto dolente degli ingorghi automobilistici vicino alle scuole, rilancia segnalando le insidie per i ciclisti in viale Stelvio, anche sulla corsia a loro riservata. E insiste sul valore dell’esempio («Gli adulti dove sono?» si chiede), oltre che sulla necessità che l’Amministrazione comunale faccia rispettare le regole. Di seguito il suo intervento.

Leggo la garbata replica del consigliere Gorletta sulla delicata questione traffico e PILOMAT davanti al Tosi e vorrei, con altrettanto garbo, rispondergli.
Sono anni che il Tosi e i suoi insegnati sensibilizzano sul tema della viabilità, e non solo, basti guardare il nutrito calendario di eventi e di impegni di ogni tipo cui sempre è invitata la cittadinanza. Le nostre giornate in bicicletta, lanciate a più riprese, vedono per esempio in me una sostenitrice convita. Spesso, se non devo andare fuori città durante la giornata, sono la prima a venire a scuola senza motore. E la campagna di sensibilizzazione inizia sempre tra le mura scolastiche: con studenti e genitori che, qualcuno di buon grado e qualcuno più faticosamente, hanno però compreso o cominciato a comprendere la necessità di limitare il traffico davanti alla scuola.


I tre incidenti avvenuti, che hanno divelto i PILOMAT, non sono stati causati da un genitore con accanto un figlio e sono avvenuti tutti dopo l’ingresso degli studenti in classe ad opera di estranei che, per ragioni a me ignote, hanno violato l’accesso. Venire a scuola usando l’autobus, la bicicletta o a piedi (in questo caso dipende da dove si arriva) è sempre caldeggiato da tutta la nostra comunità e, nel tempo, abbiamo  fatto e continuiamo a fare opera di sensibilizzazione.


Certo.. per venire in bicicletta - e lo dico perché lo faccio - occorrerebbero strade più pulite e più sicure. Viale Stelvio, in autunno, è spesso coperto da un manto di  foglie bagnate insidiose e scivolose e gli automobilisti sfrecciano verso la ciclabile ignorandone i passanti su due ruote. Alcuni dei miei - studenti e professori - sono stati vittime di incidenti proprio mentre erano sulla pista ciclabile.


Che fare allora? Magari cominciare a rendersi tutti conto che quando la scuola propone qualcosa sarebbe utile che la giunta comunale la sostenesse e fosse partecipe, perché, come giustamente dice Alex Gorletta, si parte dalla scuola, ma poi si deve proseguire. E poi, senza alcuna vis polemica, sarebbe necessario essere più rigidi, non davanti al Tosi, ma a tutte le scuole della città. Perché la sosta selvaggia, i genitori fin sotto le scale, i marciapiedi invasi di auto sono un segnale pessimo per i nostri ragazzi. Eppure, ogni giorno, davanti all’entrata e all’uscita di tutte le scuole della città questo spettacolo si ripete.


Non si tratta di invitare 2.300 studenti a far colazione al bar e poi venire a scuola, una volta al mese. Anche perché non credo che in viale Stelvio esista un bar capace di accoglierli. Si tratta di essere il cambiamento che vogliamo nel mondo. E se c’è una cosa che imparato in 30 anni di lavoro con i ragazzi, è che l’esempio è fondamentale più delle parole. Ecco perché mi rivolgo agli adulti. Perché dobbiamo essere ciò che dichiariamo di volore. E perché molti dei nostri ragazzi, le assicuro consigliere, sono davvero più avanti di noi. Conosce, ad esempio, il nostro progetto “oltre l’impossibile”? Coniuga moltissime tematiche: dall’inclusione sociale all’importanza dello sport, dal superamento dei limiti alla gestione dell’ansia, dalla sostenibilità alla restituzione sociale. E si fa in bicicletta!! Quest’anno in Cambogia, per lanciare un messaggio chiaro e concreto. I giovani per i giovani ci sono. Pieni di passione e di entusiasmo. Dove sono gli adulti?

Redazione

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