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Sport | 14 marzo 2025, 18:29

Pro Patria e Triestina, come siamo cambiate. Senza tristezza e guardando avanti

Dalle mitiche gare che valevano i playoff a una trasferta nel tentativo di evitare i playout. Ma questi sono i tempi e vanno vissuti con consapevolezza e fronte alta

foto d'archivio

foto d'archivio

Una volta le partite fra la Pro Patria e la Triestina valevano per i playoff, per la conquista della promozione nella categoria superiore che era la serie C1 tra fine '900 ed inizio 2000. Ora il confronto di domenica al Nereo Rocco si disputa per evitare i playout che, ironia della sorte, potrebbero essere giocati ancora proprio fra bustocchi e giuliani se la classifica ad oggi, si cristallizzasse fino al prossimo 25 aprile, ultima giornata di campionato.

Tristezza? No. Questi sono i tempi e vanno vissuti.

Il primo playoff si giocò nella stagione 1997/98; all'andata finì due a zero per i triestini al ritorno, sul 2-1 per la Pro Patria, vi fu un'invasione di campo da parte dei tifosi tigrotti per il gol concesso alla Triestina dall'arbitro Tiziano Pieri in sospetto fuorigioco. Gli ultras biancoblù avevano già scavalcato la recinzione pronti a festeggiare la conquista della finale(a parità di risultato passava la squadra meglio piazzata e la Pro era arrivata terza al termine della regullar season). La rincorsa alla giacchetta nera impedì la conclusione della partita sulla quale aveva pesato la direzione di gara che non considerò la gravità anche dell'invasione di qualche tifoso alabardato che andò a schiaffeggiare il proprio portiere Vinti.

Lo spareggio 2000/01 rimase nel perimetro dell'agonismo con le vittore biancorosse sia in casa che a Busto anche se l'ultima partita di campionato, giocata proprio a Trieste vide la Pro vincere per 1-0 consolidando il secondo posto e mettendola in una posizione di favore, per via del miglior piazzamento, che non venne però sfruttato.

In quella Pro in porta giocava Max Caniato che da un paio di settimane siede sulla panca biancoblù; una squadra che, sotto la sua direzione ha conquistato quattro punti senza subire un gol. Casualità? Lo diranno le prossime partite. Comunque con l'Arzignano la Pro ha dato confortanti segnali di vitalità che si erano già intravisti la settimana precedente al Briamasco e che attendono conferma domenica prossima al Rocco.

Beretta e soci si sono fatti apprezzare per la compattezza di squadra, per il coraggio di muoversi senza palla per andare ad attaccare gli avversari e, quando nella ripresa hanno un po' pagato il ritmo della prima parte subendo la prevedibile reazione dei veneti, si sono maggiormente uniti, difendendo un risultato preziosissimo che vale triplo se, raffrontato alla sconfitta del Caldiero che insegue ed a quella della Triestina che precede.

Conforta vedere giocatori d'esperienza come Alcibiade e Beretta correre, dannarsi, lottare , dare l'esempio ai giovani. Il bomber sta forse disputando uno dei migliori scorci di stagione degli ultimi anni che sarebbe riduttivo giudicare solo dal numero dei gol. È il suo impegno, il suo spronare i compagni andando a “fare la guerra”, come si dice in gergo, che lo porta sul podio. Lo sta sostenendo un'ottima condizione fisica e mentale, unita alla sua ampia esperienza acquisita anche in piazze difficili in cui ha giocato come, per esempio, Foggia,

La Pro può salire sul pullmann domani pomeriggio per raggiungere Trieste con tanta fiducia nel proprio zaino perché al Nereo Rocco scenderà in campo con la fronte alta per la consapevolezza dei propri mezzi e per l'orgoglio della propria maglia e della sua storia.

Giovanni Toia


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