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Economia | 14 marzo 2025, 15:48

Moda e sostenibilità: una sfida culturale che parte dall’esperienza d’acquisto

Dal fast fashion alla consapevolezza, Varese ripensa alla moda puntando su sostenibilità, identità e nuove esperienze commerciali. Ottavio Missoni: «Il mio appello alle aziende del settore: serve creare un collettivo»

Un convegno denso di contenuti e riflessioni ha animato questa mattina al Centro Congressi di Ville Ponti, dove si è discusso del futuro della moda tra sostenibilità, innovazione e nuove sfide culturali. Organizzato da Confcommercio e Federmoda, e moderato dal direttore di Rete55 Matteo Inzaghi, l’evento ha visto la partecipazione di figure istituzionali e protagonisti del settore, evidenziando come la moda non sia solo una questione di produzione, ma anche di esperienza d’acquisto, cultura e identità.

Ad aprire i lavori, il presidente nazionale di Confcommercio Carlo Sangalli, che con un videomessaggio ha posto l’accento sulla necessità di coinvolgere le nuove generazioni nel fare impresa, sottolineando come la reattività ai cambiamenti sia oggi un requisito fondamentale per guardare con fiducia al futuro.  

A crederci in prima persona Cristina Riganti Presidente Federmoda Confcommercio provincia di Varese «Possiamo vantare 150 eventi più di 250 realtà coinvolte. Abbiamo creato una comunità, un movimento che coinvolge non soltanto la moda ma tanti settori della nostra economia - continuando - Lancio la proposta di realizzare un tavolo permanente dedicato alla promozione di questo comparto. Ringrazio soprattutto i commercianti che ci hanno creduto e che hanno messo le energie per creare un evento in questa prima edizione».

Moda, sostenibilità e responsabilità sociale

Se fino a qualche anno fa parlare di sostenibilità significava concentrarsi esclusivamente sulla filiera produttiva, oggi il discorso è più ampio e tocca anche la vendita e il consumo. Questo il messaggio lanciato da Rudy Collini, presidente di Confcommercio Uniascom provincia di Varese, che ha sottolineato come la sostenibilità non sia solo una questione ambientale, ma anche sociale ed economica. «Tutelare le imprese di prossimità – ha spiegato – significa preservare un patrimonio di tradizione, innovazione e responsabilità sociale, creando un legame forte tra commerciante e consumatore».

A fare eco a questa visione, Francesca Caruso, assessore alla Cultura di Regione Lombardia, che ha posto la moda al centro di un vero e proprio discorso identitario. «Dobbiamo far tornare di moda la sostenibilità – ha affermato – valorizzando l’artigianato, la manodopera qualificata e il made in Italy. Questa è una sfida culturale contro il fast fashion.»

Dall’acquisto all’esperienza: il consumatore al centro

Nel corso della tavola rotonda sul futuro della moda sostenibile, Ottavio Missoni, Chief Sustainability Officer di Missoni, ha lanciato un appello alle aziende del settore: «Serve creare un collettivo per affrontare le sfide della sostenibilità.» Un concetto rafforzato anche dall’intervento di Giulio Felloni, presidente nazionale di Federazione Moda Italia Confcommercio, che ha ricordato come la moda sia sempre stata un elemento di identità e innovazione. «Come diceva Coco Chanel, la moda non è moda se non arriva nelle strade. E oggi dobbiamo chiederci come il consumatore può essere gratificato nel suo acquisto».

In questo contesto, la vincitrice del premio Fashion Days, Claudia Lopez, ha proposto una soluzione emblematica: il suo progetto “Up2U” permette di trasformare un capo di abbigliamento in una borsa, lasciando al consumatore la libertà di scelta. Un esempio concreto di come la sostenibilità passi anche dall’innovazione nel design.  

Verso un nuovo modello di consumo

Grazia Cerini, consigliere delegato di Centrocot, ha ribadito come la responsabilizzazione del consumatore sia un passaggio chiave nella transizione sostenibile della moda. «Oggi la moda rappresenta il 42% della produzione tessile mondiale. Ma è anche cultura, politica, economia e tradizione.» Una visione che evidenzia come il cambiamento non possa limitarsi alla produzione, ma debba coinvolgere l’intero ciclo di vita del prodotto, fino alla sua commercializzazione e all’esperienza d’acquisto.  

Un evento che ha visto la partecipazione di personaggi di spicco del mondo del fashion come: la senatrice Giusy Versace, Ottavio Missoni Chief sustainability officer Missoni, Ezio Venditti Production Manager Boggi Milano, Tommaso Landi Sustainability coordinator C.P. Company, German Picco Founder e Ceo Futureclo.

L’evento si è chiuso con un messaggio chiaro: la moda sostenibile non è solo un obiettivo industriale, ma un cambiamento di paradigma che coinvolge l’intera società. E proprio per questo, come suggerito da Cristina Riganti, presidente di Federmoda Confcommercio provincia di Varese, è necessario creare un tavolo permanente dedicato alla promozione del comparto. Perché la moda del futuro sarà sostenibile solo se diventerà un valore condiviso da imprese e consumatori.

Alice Mometti

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