Busto Arsizio - 14 marzo 2025, 20:10

Cresce il torneo di calcio in carcere: «Lo sport è una lingua comune»

Proseguono le amichevoli alla casa circondariale di Busto Arsizio, nell'ambito del progetto “Tiro libero”. L’esperienza raccontata dall'Asd Oratori Laveno Mombello

Proseguono le amichevoli alla casa circondariale di Busto Arsizio, nell'ambito del progetto “Tiro libero” che prevede allenamenti, amichevoli e un vero e proprio torneo all'interno del penitenziario. 

Questa volta ad entrare negli spazi di via per Cassano sono stati gli atleti dell'Asd Oratori Laveno Mombello, squadra che vanta molti volontari di progetti oratoriani. 

Sul sito del comitato di Varese del Csi, è stato pubblicato il racconto di questa esperienza. Riportiamo di seguito l’articolo.

Sabato 8/03 un altro pomeriggio alternativo per una delle nostre squadre di calcio 7, l’ASD Oratori Laveno Mombello.

Una partita strana, senza borsoni a disposizione, spogliatoi e con una chiama più complicata del solito. Così proseguono le amichevoli presso la Casa Circondariale di Busto Arsizio con la squadra “Tiro Libero”

Crescono di numero ogni mese le associazioni che hanno aderito all’iniziativa.

Questa volta spazio al nord della provincia, con una squadra ricca di ragazzi impegnati anche in diverse attività di volontariato, in seno all’associazione stessa, soprattutto nelle categorie giovanili/under, ed in ambito oratoriano.

Questa è stata un’ulteriore esperienza importante, che ha lasciato tutti col sorriso e con un sincero “Arrivederci a presto”, dalle molte interpretazioni. Ce lo spiega Samuele, appena finita la partita “Da fuori non è facile immaginare come sia la vita dentro una casa circondariale. È una realtà che non ci appartiene. Varcare la soglia del carcere ti fa capire che qui dentro ci sono persone reali, che hanno passioni e desideri come i nostri”.

Un desiderio anche di contatto umano, più facile da creare di quello che si pensi “ci portiamo a casa tanta gioia: quella che ha portato il nostro ingresso e quella che ci hanno dato questi ragazzi. Non è nostro compito giudicarli, ma è difficile non avere pregiudizi.

Una volta entrati è però stato facile creare rapporti autentici e profondi con loro, soprattutto grazie allo sport, come lingua comune” conclude Samuele.

Una partita giocata lealmente ed agonisticamente ad alti livelli, conclusasi con un amichevole saluto ed un reciproco ringraziamento, da parte dei giocatori di entrambe le squadre, con scambio di ammirevoli parole, di compiacimento ed ammirazione dei relativi capitani.

Da non far passare in secondo piano anche il risultato del campo, 5-3 per i ragazzi della squadra del carcere.

Un risultato che per l’ennesima volta conferma l’ottimo livello della squadra capitanata dall’allenatore Gian Marco Duina “Il risultato finale è un aspetto banale, rispetto all’impatto umano di queste amichevoli, ma premia il nostro lavoro e aumenta l’entusiasmo dei ragazzi. Questo percorso sta crescendo, anche grazie a contributi come quello dell’8×1000 della Chiesa Valdese, che ci ha permesso di comprare le divise di gioco. Un aspetto che non è solo vanità, ma senso di appartenenza e serietà del progetto Tiro Libero”.

Contento dell’esperienza anche Diego Peri, presidente provinciale “questo progetto ci impegna molte energie, ma ci sta ripagando mille volte tanto. Nei prossimi mesi cercheremo di ampliarlo ancora di più, perché i risultati sono evidenti e ci inorgogliscono”.

Redazione