Ieri... oggi, è già domani - 13 marzo 2025, 05:00

"Fò naguta" - Non importa

Le tante sfaccettature, e implicazioni, di un'espressione comune, dal "niente" alla "goccia" al "fannullone", tra vocazione al lavoro e capacità di soprassedere. Quando è il caso. Un bicchiere di nocino aiuta la riflessione...

Col "fò naguta" (non importa) si può disquisire moltissimo. Vuole significare ben altro, rispetto al "non importa" - Giusepèn mi incita a partire da un proverbio Bustocco: "ul fò naguta l'à mai lauà" (il fannullone ha mai lavorato); quindi, già qui, si "apre un portone" per citare i vari esempi. Nella "patria del lavoro" qual è Busto Arsizio, il fannullone è indesiderato sotto ogni aspetto. Giusepèn snocciola esempi, alcuni dei quali sembrano una barzelletta. C'era un "plotone" di persone in cerca di un posto di lavoro. Quando la sorte individua una delle persone in fila, il prescelto, commenta: "proprio a me doveva capitare questa disgrazia?" - è solo un esempio per qualificare il "fannullone" che di Lavoro, non vuole sentir parlare.

Andiamo allora ad analizzare altre sfaccettature del "fò naguta" - oltre al "non importa", significa niente di male, scusa, non ti avevo visto, mi dovevi dei soldi, non me li puoi restituire... "fa nulla", vuol dire che ti ho fatto... beneficienza.

Anche chi incorre in un errore, si sente dire "fò naguta" quale giustificativo di cortesia. A patto che l'errore sia commesso in buona fede e che non si incorra più nel futuro.

La parola singola, "naguta", oltre al "niente", significa pure "una goccia", ma, in questo caso, si scrive "na guta" scindendo bene l'articolo indeterminativo femminile, singolare, dal nome goccia.

Il Dialetto Bustocco da strada (lo scrivo ancora) è sostanzialmente "parlato" dalla gente semplice. A scriverlo, non è da e per tutti. Comprenderlo, occorre una preparazione verbale che deriva dall'educazione ricevuta; quindi, nei discorsi è facile dire "naguta" quando si vorrebbe dire "na guta", ma è facile porvi rimedio, quando nel discorso si va a motivare il contenuto.

Ricordo certi particolari d'infanzia, quando mamma  mi stimolava a compiere un'azione, a cui magari rispondevo "fò naguta... l'è non 'npurtanti" (fa nulla, non è importante) a cui rispondeva "ul fò naguta l'à mai lauà" per dire che l'esempio lo si può introdurre in svariate questioni. Ciò che importa è l'adesione o meno a un'azione da compiere.

C'è poi chi è offeso che recrimina il mancato rispetto. Chi nutre buon senso, gli rispondeva "dèm, l'è naguta... un dì o l'oal al capirà ul so erui" (suvvia, fa nulla, un giorno o l'altro (chi ti ha offeso) comprenderà il suo errore). Ciò che importa, in sintesi e in ultima analisi è che "ul fò naguta" non è una frase marginale, ma contiene un coacervo di insegnamenti su cui meditare e soprattutto, farne uso. Giusepèn arriva lesto: "a beàn un Nocino?"  (ci beviamo un Nocino?) e, siccome gli mostro la bottiglia vuota, pronta da buttare nel contenitore del vetro, laconico dice: "fò naguta... 'ndem a pruedi" (non importa, …andiamo a provvedere)... boia d'un om.

Gianluigi Marcora