Quest’anno Gavirate festeggia un anniversario speciale: i 150 anni della fondazione, nel cuore del centro storico, della storica Pasticceria Veniani, nota a tutti per i suoi celebri “Brutti e Buoni”, i dolcetti a base di mandorle e nocciole che hanno conquistato generazioni di golosi e reso famoso il nome della città nel mondo.
La storia dei "Brutti e Buoni" ha inizio con Costantino Veniani, pasticcere originario di Ternate con esperienza nelle pasticcerie milanesi, che nel 1875 aprì il suo locale, la Pasticceria Veniani, in piazza Matteotti, nel cuore di Gavirate. Qui, sperimentando con ingredienti semplici come albumi montati a neve, zucchero, vaniglia, mandorle e nocciole tostate, creò un dolce dall’aspetto irregolare ma dal gusto irresistibile, che battezzò “Brutti e Buoni”.
Il nome rifletteva perfettamente l’essenza del dolce: “brutti” per l’aspetto rustico e irregolare, ma “buoni” per il sapore unico e inconfondibile. Nati nel 1878, questi biscotti sono diventati un simbolo della tradizione pasticcera locale e un orgoglio per l’intero territorio varesino.
Da allora, la Pasticceria Veniani ha custodito gelosamente la ricetta originale, tramandandola di generazione in generazione. La preparazione tradizionale prevedeva una doppia cottura: prima in pentola e poi in forno, per ottenere la caratteristica croccantezza esterna e la morbidezza interna. Questo metodo richiede grande maestria, motivo per cui la qualità artigianale è rimasta sempre al centro della produzione.
Oggi, a 150 anni dall’apertura, la Pasticceria si trova ancora negli stessi locali nel centro di Gavirate, e continua a essere un simbolo di Gavirate, unendo storia, sapori e identità locale.
«Ci stiamo preparando per i festeggiamenti - dice Susanna Spertino, attuale proprietaria della pasticceria - siamo orgogliosi di portare avanti e tenere viva la nostra storica attività. Nel corso dei decenni, i Brutti e Buoni hanno conquistato anche personaggi illustri. Giuseppe Verdi ne era un estimatore - racconta la signora Spertino - li aveva conosciuti durante i suoi soggiorni a Varese per incontrare il tenore Tamagno. Anche il poeta Giosuè Carducci frequentava il nostro locale con la sua amata Annie Vivanti e gustavano sempre i nostri Brutti e Buoni».
La fama dei dolcetti gaviratesi varcò così i confini locali, diventando un classico souvenir per i visitatori del lago di Varese. I suoi Brutti e Buoni non sono solo un dolce, ma un vero patrimonio culturale che racconta la storia di un territorio e della sua gente, portando avanti una tradizione che continua a deliziare il palato e a scaldare il cuore.