Busto Arsizio - 11 marzo 2025, 08:30

Cinque anni fa l’addio al dottor Roberto Stella, strappato dal Covid alla famiglia, ai pazienti, all'insegnamento

Fu il primo medico in Italia a cadere sul fronte del virus, la sua scomparsa sconvolse la città. Il sindaco Antonelli ricorda le circostanze drammatiche del funerale: «Capimmo che affrontavamo una sfida fino a pochi giorni prima inimmaginabile». Il collega Marco Budelli: «Roberto voleva trasmettere quello che sapeva, fino all'ultimo è stato mosso da questo desiderio e da questa passione»

Roberto Stella

«La confusione di quei giorni era tale che all’inizio non riuscii nemmeno a ottenere informazioni certe, per un po’ non fu chiaro se il dottor Stella fosse ancora vivo o no. Perdemmo un bravissimo medico. Sapevamo che la situazione era seria ma quel lutto ci fece capire ancora di più che ci trovavamo in una sfida inimmaginabile fino a pochi giorni prima. Era spiazzante che uno come lui, così preparato, fosse stato contagiato e non ce l’avesse fatta». Il sindaco di Busto, Emanuele Antonelli, ricorda così i giorni a cavallo tra inverno e primavera 2020, quelli più destabilizzanti, quelli che portarono via il dottor Roberto Stella.

L’11 marzo fu il primo medico in Italia a cadere per il Covid. Il presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Varese, una vita in camice a Busto Arsizio, era ricoverato a Como dopo essersi ammalato sul lavoro, entrando in contatto con pazienti infetti. La notizia che aveva contratto il virus prima, quella del decesso poi sconvolsero la città e il territorio. «Avevamo ambulatorio nello stesso orario - ricorda, oggi, il collega e "vicino di studio", Marco Budelli - ci ammalammo contemporaneamente. E rimanemmo in contatto, confrontandoci sui rispettivi sintomi. Allora non si sapeva bene con che cosa avessimo a che fare. Roberto ha lavorato senza risparmiarsi, fino a quando è stato necessario il ricovero».

«Mi chiesi –  rievoca il primo cittadino - che cosa stesse succedendo. Le morti aumentavano ma quella del dottor Stella aveva qualcosa di inquietante. Aveva contratto il virus facendo fino in fondo il suo dovere, era il medico che i pazienti sperano di avere. Al funerale partecipammo solo monsignor Severino Pagani e io, le misure anti-contagio in quella fase erano dure. Feci un video delle esequie all’entrata deserta del cimitero. Lo mandai ai familiari, in modo che potessero avere qualcosa, delle immagini, per indirizzare il loro saluto».

«Anche io pensai ai familiari - aggiunge il dottor Budelli - e ai pazienti. Conoscevo tanti di loro: ero il sostituto di Roberto e gli subentravo con una certa frequenza, dati i suoi molti incarichi... Pensai tanto a lui. A dirla tutta, lo penso spesso ancora oggi. Lo avevo conosciuto da studente, sono stato suo allievo e poi tra i fondatori dello studio in viale Cadorna. Studio che, lo rivendico, anche in quel periodo così difficile non chiuse mai». 

Si attraversava la fase peggiore, la perdita di un medico così apprezzato fu la conferma che l'uscita dalla pandemia sarebbe passata attraverso sofferenze anche inaspettate.  «Al dottor Stella – conclude il sindaco – la città di Busto ha conferito la benemerenza civica alla memoria. Consola, un po’, che uno dei figli abbia seguito le sue orme. Bravissimo, come il papà». «Roberto - riflette Budelli -  è stato una persona eccellente e un medico ineccepibile. E' giusto ricordarlo per questo e per la spinta verso l'insegnamento, la formazione. Era animato dalla passione, dal desiderio... Voleva trasmettere quello che sapeva e lo ha fatto fino all'ultimo».

Stefano Tosi