Un’intera settimana dedicata ai laboratori, spaziando dalla musica all’arte, dall’architettura al canto, dalla scrittura creativa alle Stem, fino all’attività sportiva e alla fondamentale educazione civica. È quanto hanno vissuto gli studenti delle medie Fermi in una settimana che li ha visti protagonisti in un full immersion alquanto istruttivo e formativo.
I laboratori hanno previsto uscite didattiche in luoghi di grande valore educativo e culturale: La Scala di Milano, il Politecnico, il Museo di scienze naturali, la sede della Mondadori, l’associazione Libera, la Croce Rossa e persino la sezione scientifica della Polizia di Stato.
Ma c’è di più: un aspetto rivoluzionario di questa esperienza è stata l’apertura delle classi: studenti di età diverse hanno avuto la possibilità di apprendere insieme, condividendo conoscenze e sviluppando nuove competenze. Non sono mancati momenti di supporto per gli studenti con qualche fragilità, dimostrando un’attenzione particolare all’inclusione e al benessere di tutti.
La scuola che vorrei
Si tratta di un’esperienza alquanto significativa che ha portato la dirigente Stefania Bossi a riflessioni intitolate “La scuola che vorrei”.
«La scuola rappresenta un luogo fondamentale nella crescita di ogni individuo. È qui che si acquisiscono conoscenze, si sviluppano capacità e si impara a vivere in comunità. Tuttavia – critica la dirigente - spesso il sistema scolastico presenta limiti che rendono l’apprendimento meno efficace e coinvolgente». Ecco perché è importante immaginare e progettare una scuola che sia davvero a misura di studente.
«La scuola che vorrei – prosegue - dovrebbe essere un ambiente accogliente, dove ogni studente si senta valorizzato e motivato a imparare. Le aule dovrebbero essere colorate, luminose e attrezzate con strumenti tecnologici all’avanguardia. Gli spazi dovrebbero essere flessibili, con aree dedicate allo studio individuale e al lavoro di gruppo, per favorire sia la concentrazione che la collaborazione».
Ma anche gli insegnanti sono parte viva nel sistema scolastico e dovrebbero essere non solo trasmettitori di conoscenze, ma anche "guide e mentori" per gli studenti: «Un rapporto più empatico e collaborativo favorirebbe un ambiente scolastico sereno, in cui ogni studente si senta compreso e supportato. È essenziale promuovere il dialogo, l’ascolto attivo e un’educazione emotiva che aiuti i ragazzi a sviluppare competenze sociali e relazionali».
E poi ci sono le conoscenze che non dovrebbero limitarsi a essere teoriche, ma "preparare i giovani alla vita reale". «Sognare una scuola migliore – conclude la dirigente - non è utopia, ma un obiettivo che possiamo raggiungere con impegno e innovazione».
L’esperienza vissuta alla scuola secondaria Fermi dimostra che un’istruzione moderna, inclusiva e dinamica è possibile. Investire in una scuola che valorizzi ogni studente significa costruire un futuro migliore per tutti, in cui ciascuno possa sentirsi libero di esprimere sé stesso, sviluppare il proprio talento e prepararsi con fiducia alla vita adulta.