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Busto Arsizio | 06 marzo 2025, 20:21

Un'insegnante è per sempre. Così Livia Sardi con Portofranco dà un nuovo futuro ai ragazzi di Busto

Dopo 40 anni a scuola la prof ha fondato un centro di supporto gratuito per studenti delle superiori. Spinta dall’amore per l’educazione, coordina una rete di volontari che offrono lezioni individuali per aiutare chi è in difficoltà. La storia di una donna per la quale l'insegnamento non va mai in pensione

Un'insegnante è per sempre. Così Livia Sardi con Portofranco dà un nuovo futuro ai ragazzi di Busto

Dopo quarant’anni di insegnamento, di cui trenta alla scuola media De Amicis di Busto Arsizio, Livia Sardi avrebbe potuto godersi il meritato riposo della pensione. E invece no. Il suo amore per i ragazzi e l’insegnamento l’ha spinta a guardare oltre, a riflettere su una necessità che spesso passa inosservata: il bisogno di supporto scolastico per gli studenti delle scuole superiori.

«I ragazzi delle medie – racconta Livia – hanno la possibilità di frequentare il doposcuola e altre attività organizzate dalla scuola e dal territorio, mentre per quelli delle superiori le opportunità sono molto più limitate». Da questa riflessione è nato il desiderio di portare a Busto Arsizio l’esperienza di Portofranco, un centro di supporto scolastico gratuito per gli studenti in difficoltà.

Un punto di riferimento per gli studenti

Oggi il centro di Portofranco a Busto Arsizio è una realtà consolidata, attiva tre giorni alla settimana – lunedì, mercoledì e venerdì – all’oratorio San Luigi della parrocchia di San Giovanni, in via Miani. L’attività coinvolge una ventina di volontari e segue attualmente 30 studenti provenienti non solo da Busto Arsizio, ma anche da un territorio più vasto che si estende da Legnano a Somma Lombardo.

I ragazzi arrivano da ogni tipo di scuola superiore: licei, istituti tecnici e professionali. La materia che richiede più ore di recupero è la matematica, complice anche il periodo della didattica a distanza: molti ragazzi dormivano davanti al computer anziché seguire le lezioni e oggi si ritrovano senza basi. Ma non è l’unica materia difficile: c’è molta richiesta anche per italiano, inglese e storia, soprattutto tra gli studenti extracomunitari, che rappresentano circa tre quarti degli iscritti. La storia, in particolare, risulta ostica per chi fatica a comprenderne il contesto e il linguaggio.

Non mancano richieste di supporto in latino, psicologia, fisica, economia, greco, filosofia, scienze e diritto. Nel complesso, ogni anno si svolgono circa 800 ore di lezioni gratuite, tutte offerte da volontari: ex docenti in pensione, direttori d’azienda, giovani professionisti e studenti universitari.

Il valore di Portofranco: accoglienza e attenzione al singolo

Fondato su un modello già diffuso in tutta Italia con oltre 60 sedi, Portofranco si distingue per alcuni principi fondamentali: accoglienza, libertà, attenzione al singolo e aiuto nel bisogno. «Le lezioni sono sempre individuali – spiega Livia – perché vogliamo seguire i ragazzi uno a uno, senza pressioni, rispettando i loro tempi».

Ma che cosa l’ha spinta a dedicarsi a questa attività invece di godersi il tempo libero? «L’amore per i ragazzi – risponde con semplicità –. Quando vai in pensione, loro ti mancano tantissimo. Mi piace il rapporto diretto, senza l’ansia delle valutazioni. Non voglio alcuna ricompensa economica, la mia soddisfazione è vedere i ragazzi crescere e soprattutto mi piace essere disponibile con i ragazzi: questo mi fa sentire bene».

Una storia di successo

Tra le tante storie che hanno lasciato un segno, Livia racconta quella di un ragazzo che ha seguito due anni fa. La madre la chiamò disperata: il figlio, 13 anni e mezzo, era stato bocciato due volte in prima media e non voleva più saperne della scuola. In teoria, Portofranco segue solo studenti delle superiori, ma vista la situazione si decise ad accoglierlo.

«All’inizio arrivava in ritardo, senza libri, senza sapere cosa doveva fare. Non distingueva un più da un meno», racconta Livia. Con tanta pazienza, i volontari l’hanno seguito per 150 ore, aiutandolo a recuperare il programma e proponendogli di affrontare come uditore la terza media, per poi sostenere l’esame. Alla fine, ce l’ha fatta. Oggi frequenta l’Arslam e ha ritrovato fiducia in sé stesso».

Un’energia inesauribile

Livia Sardi, oltre a essere la coordinatrice del progetto, è anche madre di tre figli e nonna di tre nipoti. Eppure, non è il tipo di pensionata che si accontenta di passeggiate in centro o tè con le amiche. Ama viaggiare, ma soprattutto ama sentirsi utile. Perché la passione per i ragazzi e per l’insegnamento non va mai in pensione.

Laura Vignati

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