Milano - 06 marzo 2025, 09:09

Al Franco Parenti di Milano “Sissi l’imperatrice”, ritratto inedito di una donna speciale

Un approccio nuovo e originale al mezzo teatrale: un progetto trasversale, di ampio respiro e fortemente ambizioso, in linea con il gusto delle produzioni internazionali.

(foto credits Gianmarco Chieregato

Fino al 16 marzo, presso la Sala blu del Teatro Franco Parenti di Milano in scena lo spettacolo “Sissi l’imperatrice”, scritto e diretto da Roberto Cavosi.

Interpretato da Federica Luna Vincenti (attrice, produttrice teatrale e cinematografica, cantante e compositrice) con Milutin Dapčević, Ira Nohemi Fronten, Claudia A. Marsicano e Miana Merisi, lo spettacolo (in tour nazionale approda ora a Milano) racconta una nuova versione dell’imperatrice Elisabetta d’Austria, anticonformista ed alla ricerca della libertà, ma indissolubilmente legata alle rigide regole della corte viennese.

Dobbiamo alla pubblicazione dei suoi diari, il racconto di una vita incastrata tra convenzioni e desiderio di emanciparsi, lottando per le ingiustizie, vicina alle masse operaie ed alle minoranze etniche (così diffuse nell’impero austro-ungarico). Tra feroce sarcasmo ed autoironia Sissi nasconde una profonda crisi ed una vulnerabilità insospettata che sfociava nelle sue composizioni poetiche. Le sue produzioni, insieme alla vendita postuma dei suoi diari, furono destinati proprio per volere di Elisabetta, ad opere di carità (ne beneficerà, solo nel 1980, il Fondo di Soccorso dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati e, successivamente, ad Amnesty International).

Sissi l’imperatrice si snoda in vari quadri, ognuno dei quali prende in esame alcuni aspetti del suo carattere e pensiero: dalla filosofia al sesso, dalla politica all’arte. “Le vere lacrime non si possono versare, e quelle che si versano scorrono tutte invano”, ripeteva spesso. Si sentiva abbandonata, sola in un mondo crudele dove le guerre erano una condanna per tutto il genere umano. Fino al momento della sua morte ha sempre covato dentro di sé un feroce senso di colpa per quella dei suoi figli, un senso di colpa che, anche se nei fatti non aveva alcun fondamento, per tutta la vita l’aveva sempre divorata portandola a veri e propri vaneggiamenti, nei quali versava parole piene d’acidità nel disprezzo di tutto e tutti, anche dell’Imperatore stesso: “Marito mio dove sei? Che uomo sei se neghi a tua moglie la possibilità di essere una donna?”.

La nuova produzione di Federica Luna Vincenti per Goldenart Production in coproduzione con Teatro Stabile di Bolzano e Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia ed il sostegno del Ministero della Cultura – Direzione Generale dello Spettacolo, vuole proporre un approccio nuovo e originale al mezzo teatrale: un progetto trasversale, di ampio respiro e fortemente ambizioso, in linea con il gusto delle produzioni internazionali.

Il ritratto generale che man mano si compone – afferma il regista Roberto Cavosi -mette in luce una donna tanto anticonformista quanto profondamente frustrata dalla rigidità e spietatezza della Corte Viennese, ma anche la grande poesia e la voglia di libertà di una creatura che si riteneva eternamente “chiusa in gabbia”. Anoressica, in eterno lutto per le morti assurde di due dei suoi figli, sviluppa una sensibilità dolente e rabbiosa al tempo stesso ma tutt’altro che astratta, rivolta infatti anche verso le più delicate questioni sociali… Studiando più a fondo l’anoressia, la caratteristica che più mi ha colpito è senz’altro l’indomita forza che scaturisce da chi ne soffre, una forza sprigionata da una ricerca spasmodica di purezza, di libertà. Energia ribelle, rivoluzionaria, sovversiva in quanto paradossalmente alimentata dall’eliminazione sistematica del cibo. Una contraddizione che alle massime conseguenze porta il malato a non avere via di scampo, considerando sporco e letale tutto ciò che ingerisce. Elisabetta viveva oltretutto in una Corte i cui codici erano per lei insopportabili ancor più del cibo. Ecco quindi delinearsi in me una figura sorprendente, fortissima e debolissima al tempo stesso. Un’anima la cui sofferenza diventa ribellione, il dolore sovversione, la melanconia riscatto e l’astinenza coraggio. Prerogative così spicca te in lei che hanno segnato anche i suoi ideali sociali e politici facendone una donna dal pensiero modernissimo, sicuramente avanti coi tempi: dalla sensibilità verso le minoranze etniche, fino al più acre disgusto verso la crudeltà di qualunque guerra e di ogni imperialismo. E nei tempi in cui viviamo, così voraci di tutto questo, non potrei avere “Personaggio” migliore da portare sulla scena”.

Fragilità e determinazione si fondono in un’unica figura, quella di questa inedita Sissi, da gustare, da vivere, con cui palpitare attimo dopo attimo, nell’ineluttabile destino di un’umanità sempre in balìa della storia e degli eventi che spesso neppure le imperatrici riescono a modificare e migliorare.

Teatro Franco Parenti (Via Pier Lombardo 14 – Milano)

Orari: martedì 20.30; mercoledì, venerdì e sabato 19.15; giovedì 20.15; domenica 15.45; lunedì riposo. 

Biglietti (esclusi diritti di prevendita): primo settore 30 euro; secondo settore 22 euro (ridotto 15 euro per under 26 e over 65; convenzioni 18 euro); galleria 18 euro (ridotto 15 euro per under 26 e over 65; convenzioni 15 euro).

Per ulteriori informazioni contattare la biglietteria del Teatro Parenti telefonando al numero 02 59995206.

Giuseppe De Carli