Gallarate - 06 marzo 2025, 17:23

Malori alla scuola Manzoni: «I 30 bambini finiti al Pronto Soccorso sono solo una piccola parte di quelli colpiti»

Un papà esprime una preoccupazione condivisa da molte famiglie: «Non vorrei che fosse solo il numero degli alunni finiti in ospedale a descrivere le dimensioni di quanto successo. Il problema, pesante, è stato molto più vasto». Comprensione per l’emergenza vissuta dal personale. Intanto arriva la stop all’acqua dei rubinetti della scuola: non si può bere, fino a nuovo ordine. Decine di firme sull’esposto ai Carabinieri

Serve chiarezza. Ma per ottenerla occorre partire da basi che rispecchino la gravità di ciò che è successo alla scuola Manzoni. Ne è convinto Marco, papà di una bambina colpita l’altro giorno dai sintomi dilagati tra gli alunni della primaria (omettiamo il cognome, a tutela della piccola, Ndr). Insiste, il genitore, su un punto: «Si parla di una 30ina di accessi al Pronto Soccorso. Non vorrei che questo numero, ammesso che sia corretto e definitivo, sia quello che descrive le dimensioni dell’accaduto. Il problema, chiamiamolo così, è stato molto più vasto. Lo sanno bene le famiglie che, come la nostra, in ospedale non sono andate. Ma sono state sul punto di farlo. Mia figlia, a casa, avrà vomitato almeno dieci volte. Abbiamo gestito la cosa in contatto col pediatra ma davvero stavamo per prendere la volta del Pronto Soccorso».

Il papà parla mentre riceve comunicazione dalla scuola sullo stop all’uso dell’acqua dei rubinetti del plesso per riempire le borracce. Non si cuce addosso il ruolo di portavoce. Ma è convinto che la sua esperienza sia diffusissima ed esprime un timore colto anche in molti altri genitori: «Qui non si tratta di esagerare, di suscitare il panico. Attenzione, però: non bisogna nemmeno minimizzare. Il giorno dopo il fattaccio ho contattato gli uffici comunali per avere lumi sulla situazione. Mi hanno passato un dato che fa riflettere: stando a quello che mi è stato riferito, in mensa, nel “day after”, sono andati un’ottantina di alunni. Pochissimi, avrebbero dovuto essere almeno il triplo. È altamente probabile che tanti degli assenti stessero male».

Inquietante anche il racconto della notte fatidica: «Abbiamo cercato di recuperare un antiemetico nella farmacia più vicina. Niente da fare, scorta esaurita. Più o meno la stessa cosa è accaduta successivamente, quando, su indicazione di Ats, ci siamo messi in cerca di un contenitore per l’analisi delle feci. Il peggio, però, deve averlo vissuto, insieme ai bambini, il personale della scuola. A tanti genitori sono arrivate testimonianze di alunni che, da un momento all’altro, hanno iniziato a percorrere i corridoi, alcuni non riuscivano a raggiungere i bagni in tempo. Diversi sono stati male appena usciti, ad altri è successo dopo, in oratorio».

E oggi? «Mi risultano bambini che ancora accusano problemi di pancia e febbre. Ancora oggi pomeriggio alcuni genitori hanno firmato l’esposto raccolto dai Carabinieri. Qualcuno ricorda un precedente, un episodio in qualche modo simile a quello dell’altro giorno, risalente al 2022. Impossibile dire se collegato ma, insomma, per me, per la mia famiglia e per decine, forse centinaia di papà e mamma è importante che si approfondisca tenendo in considerazione ciò che è accaduto nel suo complesso, non limitando la portata dell’episodio ai circa 30 bambini finiti in ospedale».

Stefano Tosi