Gallarate - 05 marzo 2025, 16:44

Gallarate, 31 alunni della primaria Manzoni colpiti da malori. Il tecnologo alimentare: «Improbabile che si tratti di una causa di contaminazione di tipo microbiologico»

La prima relazione e gli accertamenti di Nas e Ats sulla filiera alimentare. Quattro bambini ricoverati, i genitori in assemblea

foto d'archivio

Si aggrava il bilancio dei malesseri che hanno colpito gli alunni della scuola primaria Manzoni di Gallarate. In totale, sono stati 31 i bambini che, nella giornata di martedì 4 marzo, si sono rivolti ai pronto soccorso di Gallarate e Busto Arsizio con sintomi acuti di crampi addominali, dissenteria e vomito. Intanto la relazione del tecnologo alimentare precisa alcuni punti importanti.

I bambini soccorsi

Dall’Asst Valle Olona riferiscono che 12 bambini erano giunti nel tardo pomeriggio al pronto soccorso di Gallarate, manifestando una sintomatologia simultanea e repentina, nonostante avessero consumato pasti differenti. Tra questi, quattro alunni hanno necessitato del ricovero: due sono stati trasferiti a Busto Arsizio e due all’ospedale di Legnano. Gli altri sono stati dimessi dopo essere stati sottoposti a terapie di reidratazione endovenosa e somministrazione di farmaci. Al pronto soccorso di Busto Arsizio sono stati registrati 19 accessi ma nessun bambino è stato ricoverato.

Nella mattinata di oggi, i carabinieri del Nas e gli ispettori dell’Ats hanno effettuato accertamenti approfonditi all’interno della scuola, con particolare attenzione al centro cottura e al banco di porzionamento. Sono in corso analisi di laboratorio per verificare eventuali contaminazioni lungo l’intera filiera alimentare.

Nel pomeriggio, alle ore 15.30, è stata annunciata una convocazione straordinaria dell’Assemblea genitori per discutere della situazione e delle misure da adottare nei prossimi giorni. L’attenzione resta alta in attesa degli esiti delle indagini e degli approfondimenti sanitari.

La relazione

Il tecnologo alimentare ha ricostruito così la vicenda sui 2.949 pasti serviti ieri. In seguito al sopralluogo, «si osserva la conformità delle procedure svolte e delle materie prime utilizzate - precisando -  La minestra di legumi, lenticchie, viene preparata e confezionata nei contenitori, gastronorm, destinate alla somministrazione. La preparazione viene eseguita per la totalità dei pasti prenotati nei plessi cittadini, con le medesime modalità e tempi, dilazionati dal servizio all’infanzia e rispetto ai turni della scuola primaria. Pertanto, sia le materie prime utilizzate che la produzione, sia le temperature di cottura e conservazione sono pressoché coincidenti per la maggior parte delle porzioni preparate. I dati relativi ai lotti di appartenenza delle materie prime, tracciabilità, e delle temperature utili alla definizione della sicurezza del processo sono depositate presso il centro cottura e a disposizione dell’amministrazione per gli opportuni rilievi.

«Le pietanze servite presentano un basso rischio microbiologico - e prosegue - Il numero di casi concentrato su di un unico plesso, e relativamente esiguo rispetto alle porzioni totali somministrate in data odierna su tutti i plessi cittadini, induce a non ritenere riconducibile ai piatti proposti. I brevi tempi intercorsi tra la comparsa dei sintomi e il consumo del pasto, in alcuni casi, rendono improbabile che si tratti di una causa di contaminazione di tipo microbiologico, che richiede tempi di incubazione più lunghi. Il tempo quasi immediato di reazione farebbe pensare alla presenza di una tossina preformata, non compatibile con la matrice alimentare in oggetto».

E ancora: «La probabilità che si tratti dell’acqua servita, oltre ai casi sopracitati relativi ai tempi di incubazione, non prevede il rischio chimico, che porterebbe ad altri sintomi non a carico prevalente dell’apparato gastrointestinale. Come previsto dal Capitolato in essere e dalla normativa in vigore, presso il centro cottura sono presenti in cella i campioni di tutto il pasto a disposizione per eventuali ulteriori accertamenti. Sono state disposte analisi sul pasto e campionatura dell’acqua proveniente dall’impianto di microfiltrazione installato presso il plesso, di cui si è accertata eseguita manutenzione e presenza di analisi come previsto da contratto».

Ali. Mo.