Enogastronomia - 05 marzo 2025, 08:19

Chef Fabio Mecchina, da Busto a Legnano con la Guida Michelin (e un sogno)

Sei anni fa il trentaseienne di Madonna Regina ha dato vita al Soul Restaurant di Legnano insieme alla moglie Gloria Marchesoni. Basket e taekwondo da giovane, poi l'esperienza a Londra dove ha lavorato anche con Gordon Ramsey ed Hélène Darroze. Ora l'ingresso sulla “guida rossa”, con la speranza di arrivare alla stella

Un po' di Busto nelle new entry della Guida Michelin. Da qualche settimana, infatti, tra i ristoranti consigliati all'interno della “bibbia” della ristorazione mondiale, è stato inserito anche il Soul Restaurant di Legnano. In sala c'è Gloria Marchesoni, maître e sommelier, mentre in cucina lo chef è il bustocchissimo Fabio Mecchina, trentasei anni, cresciuto nel quartiere Madonna Regina

Classe 1988, Fabio ha frequentato il liceo scientifico cittadino prima di provare a capire cosa fare da grande, senza che in quel momento il mondo della ristorazione fosse una delle possibili alternative: «Finite le superiori – racconta lo chef - mi sono iscritto a ingegneria informatica, rendendomi però subito conto che non era la mia strada: ero iperattivo e non sarei riuscito a star seduto a vita. Così, con molta onestà, ai miei genitori ho detto che sarei andato a lavorare. Ho trovato posto nel reparto macelleria di un supermercato a Castano Primo». Arriva così il primo contatto con il mondo dell'alimentazione: «Erano gli anni dove iniziavano programmi come Hell's Kitchen, Top Chef, Master Chef, che ora sono una “croce” ma all'epoca iniziavo a percepire l'adrenalina della cucina, simile a quella che avevo imparato praticando sport». 

Pallacanestro e taekwondo nella formazione giovanile di Fabio: «Conoscevo l'impegno che ci vuole, la fatica che bisogna fare e il ritmo che è necessario avere per competere in una disciplina sportiva, concetti che ho imparato giocando a basket nella Bustese e nell'Ardor (ndr con un paio di allori provinciali di categoria) e, nelle arti marziali, con il maestro Monti». 

Sospesa la carriera universitario, Fabio si cimenta con il mondo dei grandi: «Non volevo stare a casa in attesa di capire cosa fare – prosegue Mecchina - Il segreto fu arrivare preparato al colloquio: mi ero informato sulle possibili posizioni aperte, fu più facile essere assunto. In macelleria ho avuto modo di lavorare la materia prima e, con il passare del tempo, mi sono appassionato; successivamente ho fatto un corso di pizzeria e, nonostante da piccolo io a casa non sia mai stato ai fornelli, piano piano mi sono avvicinato alla cucina». 
Proprio grazie a Londra, dove poi decollerà la sua carriera lavorativa, nasce il primo piatto cucinato con le sue mani. «Finito il liceo, ero stato in Inghilterra con degli amici per una vacanza e, per curiosità, avevo comprato un libro di Gordon Ramsey, seppur non pensassi ancora di fare questo mestiere. Al ritorno a casa, ho seguito una delle ricette: una sorta di bistecca arrostita in padella, ripassata con una salsa di funghi e prezzemolo». 

Con il noto chef inglese, poi, Fabio ha anche la possibilità di lavorare, assunto in uno dei suoi locali durante gli anni passati nella capitale del Regno Unito, affinando le sue capacità tra un'esperienza e l'altra, tra cui quella nel ristorante di Hélène Darroze, e le moltissime capacità sviluppate: «La dedizione per il lavoro e la sua voglia di saper fare tante cose di Ramsey sono state un esempio per me. Lui, da giovane, lavorava da sous chef in un ristorante ma poi andava anche a fare il lavapiatti in un altro».

La stessa dedizione e la stessa passione che Fabio ha fatto proprie, con curiosità, voglia di imparare, progredire e offrire piatti moderni, con materie prime di qualità e un modo di intendere la cucina mai banale. Gusto, ricerca, raffinatezza, anche un tocco di semplicità: c'è tutto questo nelle pareti e soprattutto nei piatti di Soul Restaurant, grazie alle mani e all'esperienza dello chef bustocco ma anche dalla cultura dell'ospitalità che trasmette la sua compagna di avventura, nella vita e nel lavoro, Gloria Marchesoni, conosciuta proprio durante il periodo londinese. 

Arriva poi, di comune accordo, la scelta di tornare in Italia e aprire il proprio ristorante. Con calma e raziocinio, la coppia trova la location, quella attuale a due passi dal centro di Legnano, in via Goito: a fine 2018 la saracinesca si alza, ma le difficoltà del periodo del covid segnano tutto il comparto della ristorazione. Loro però hanno un sogno e continuano a viverlo anche al termine della pandemia, con cuore e professionalità, senza fretta, passo dopo passo, ma con la voglia di mettersi in gioco senza lesinare impegno. «Ho deciso di mettermi in gioco - spiega lo chef - e proporre una cucina di qualità nel territorio».

L'inserimento nella prestigiosa guida Michelin è un altro passo avanti nel percorso di crescita, con l'obiettivo dichiarato della “stella” ma senza scendere a compromessi per arrivarci. Al momento Fabio e Gloria proseguono da soli il proprio percorso, visto che i costi per il personale hanno comunque un impatto rilevante sulle casse di un ristorante, sia perché si fa fatica a trovare ragazzi di qualità e volenterosi.

Giovanni Ferrario