A cent’anni dalla scomparsa di Giacomo Matteotti, entra in scena uno spettacolo, scritto da Stefano Massini e diretto da Sandra Mangini dal titolo eloquente: “Matteotti (anatomia di un fascismo)”. Da martedì 4 marzo la sala Shakespeare del Teatro Elfo Puccini ospita Ottavia Piccolo e I Solisti dell’orchestra Multietnica di Arezzo.
La trama
Le quattro e mezza del pomeriggio del 10 giugno 1924. Alcuni testimoni dichiarano di aver assistito a una colluttazione all’interno di una vettura e di aver visto espellere quello che sarà riconosciuto essere il tesserino del deputato on. Giacomo Matteotti. Matteotti (anatomia di un fascismo) ripercorre l’ascesa e l’affermazione di quel fenomeno eversivo che Matteotti seppe comprendere, fin dall’inizio, in tutta la sua estrema gravità, a differenza di molti che non videro o non vollero vedere.
Da qui si dipana il racconto, le preoccupazioni ed i visionari (per l’epoca) timori per una democrazia pronta a crollare davanti al nuovo che incombeva. Matteotti non ebbe paura a denunciare, a proclamare la propria opposizione instancabilmente.
Nel lavoro di Massini e Mangini, Ottavia Piccolo ed il suo accompagnamento musicale, danno suono alla parola, a quel grido che fu lanciato cento anni fa, e ne propagano i concetti, con quella forza che alimenta gli ideali di libertà e pace.
“La vicenda esistenziale e politica di Giacomo Matteotti – ricorda la regista Sandra Mangini - è quella di un uomo che seppe riconoscere e sistematicamente contrastare il fenomeno fascista, con una lucidità di sguardo e di analisi decisamente fuori dal comune. In questa sua capacità visionaria egli fu piuttosto solo, per quanto sostenuto dai compagni di partito. Chi invece gli fu sempre accanto, fu Velia Titta, sua moglie. Era un riformista, uno spirito costruttivo, un pacifista, e nello stesso tempo un oppositore accanito e implacabile. Fu un uomo di studi giuridici ed economici che scelse di stare dalla parte della povera gente mettendo a frutto il suo sapere: amministratore instancabile, lottò tenacemente per dare strumenti tecnici di consapevolezza, di autogoverno, ai lavoratori dei campi del suo Polesine. Uomo delle istituzioni come espressione del bene pubblico, fu parlamentare attivissimo, nei suoi molti scritti e nei suoi moltissimi discorsi. La sua arma politica era la parola, documentata, fondata sui fatti, indiscutibile. Una parola che smaschera. Per questo fu ucciso. Matteotti (anatomia di un fascismo) è un racconto popolare contemporaneo che indaga sul fenomeno fascista, mettendo a fuoco una serie di elementi cruciali e caratterizzanti, il cui esito finale (l’eliminazione violenta del corpo dell’oppositore, quale soggetto rivelatore della realtà dei fatti), corrisponde del tutto alla sua vera natura originaria, al suo inizio. La persistenza di questo stesso fenomeno, nel tempo e nello spazio, in forme vecchie e nuove, ci porta a considerare quanto sia indispensabile, oggi più che mai, occuparsi della cosa pubblica, del bene pubblico, guidati da un pensiero costruttivo, legalitario, partecipativo, paritario, realistico, competente, attraverso atti e parole chiare, come quelle di Giacomo Matteotti e di sua moglie Velia”
4 - 9 marzo | sala Shakespeare – Teatro Elfo Puccini
Matteotti (anatomia di un fascismo)
con Ottavia Piccolo e I Solisti dell’orchestra Multietnica di Arezzo
regia Sandra Mangini
video Raffaella Rivi - musiche Enrico Fink
Massimiliano Dragoni hammer dulcimer, percussioni
Luca Roccia Baldini basso
Massimo Ferri chitarra
Gianni Micheli clarinetto basso
Mariel Tahiraj violino
Enrico Fink flauto, ewi
scena Federico Pian - luci Paolo Pollo Rodighiero
Costumi a cura di Lauretta Salvagnin - il vestito di Ottavia Piccolo è realizzato da La sartoria – Castelmonte onlus
produzione Argot Produzioni, Officine della Cultura, in co-produzione con Fondazione Sipario Toscana, Solares Fondazione delle Arti, Teatro Stabile dell’Umbria con il contributo Ministero della Cultura e Regione Toscana, in collaborazione con Infinito Produzione Teatrale