Il Tarlisu attorniato dai bambini della scuola Infanzia Speranza e primaria Ada Negri (LEGGI QUI tutto il programma) si prende le chiavi di Busto Arsizio ed è pronto a lavorare in questa settimana da sindaco. Non prima di aver dato le sue consuete ironiche bacchettate sui temi concreti che toccano la cittadinanza. Ma il finale è un appello a maggioranza e opposizione: «Tutti insieme cerchiamo di voler più bene a questa città (Manchester d'Italia)».
Apertura con Agesp («Avete tolto lo sconto del 30% ai cittadini dai 70 anni in su», ha detto riferendosi alle modifiche legate al passaggio in Tarip con le indicazioni Arera), prosecuzione con la piscina Manara e ampio spazio dedicato all’ospedale di Busto: «Se tutto va bene terminerà nel duemilatrentadue… ora te lo dico, accertati sul conto dei letti».
Ma Antonio Tosi Pedèla con la Bumbasina Paola Crespi e la Fudreta Monica Colombo non le ha mandate a dire neanche sulla questione dei derivati, ha pianto sulla Pro Patria («È come i gamberi, fateli lavorare più veloci altrimenti, oggi, rimane a mani vuote») ed è tornato a cuocere sul Pnrr perché si rispettino i tempi. Senza dimenticare il Calzaturificio Borri e un timore: «Di ciminiere una alla volta non ne resteranno più»·
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Al lavoro, ma anche via alla festa (sabato prossimo la sfilata) e tanti auguri alla Famiglia Sinaghina, rappresentata dal presidente Simone Colombo.
A proposito, ma dopo le battute il sindaco Emanuele Antonelli ha consegnato le chiavi al Tarlisu? Sì, a grande richiesta dei bambini: «Non ti ho ascoltato, stavo parlando al telefono - gli ha detto scherzando e gli ha raccomandato ricordando che guidare la città è un impegno faticoso - Negli anni passati non è che... A che ora arrivavi in ufficio l’anno scorso? Alle 11. In più quest’anno hai le stampelle...».
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