Ieri... oggi, è già domani - 01 marzo 2025, 09:00

"Carnevòl al foegu " - Carnevale al fuoco

Carnevale, non è un'incognita. Giusepèn, lo dice chiaro a tondo: "i pruerbi, in giusti" (i proverbi sono giusti) e sciorina un vecchio detto: "Natòl al su, Carnevòl al foegu" (Natale al sole, Carnevale al fuoco) ed è vero che il Natale scorso era soleggiato, col tepore che può garantire l'inverno, ma che è sempre solatio e fa sospirare, rispetto a quando c'era freddo-cane o nebbia "agli irti colli" come scriveva il Poeta

Carnevale, non è un'incognita. Giusepèn, lo dice chiaro a tondo: "i pruerbi, in giusti" (i proverbi sono giusti) e sciorina un vecchio detto: "Natòl al su, Carnevòl al foegu" (Natale al sole, Carnevale al fuoco) ed è vero che il Natale scorso era soleggiato, col tepore che può garantire l'inverno, ma che è sempre solatio e fa sospirare, rispetto a quando c'era freddo-cane o nebbia "agli irti colli" come scriveva il Poeta. Quel "Carnevale al fuoco" voleva semplicemente dire che "fa freddo" e, quando si "usava" il fuoco, si vedeva dai comignoli delle case, il fumo che esalava nell'infinito.

Il Carnevale "ruspante" che vedeva Protagonista, Giovanni Sacconago (ti fò per dire) come iniziava lui, un discorso, con tutte le sue "invenzioni"; dal Tarlusu alla Bumbasina, al "costume" che metteva in atto o con il "tiè" (telaio tessile) che racconta come la gente si arrovellava a capire l'intero significato di come si viveva - oggi, il Carnevale è "in giacca e cravatta" che continua la Tradizione di portare la gente per strada, far festa in compagnia, trovare nei carri quelle "lusinghe" che il tempo consiglia, tutto sotto l'antico motto "a Carnevale, ogni scherzo vale", anche se, non è poi tutto vero: c'è gente che si lamenta per il traffico interrotto, per il disagio nel deambulare e non capisce che talvolta "prendersi in giro" sotto le bischerate dei piccoli, fa bene al cuore.

A Carnevale, "ul Tarlisu" diventa "sindaco" …. non certo "ad honorem", ma sindaco con la esse minuscola. Adesso (da 19 anni) il sindaco è "ul Pedela" - Antonio Tosi che dovrà chiedere al Sindaco effettivo, Emanuele Antonelli cosa "si dovrebbe fare" o "come la città vorrebbe essere gestita". Io, al "Pedèla" vorrei suggerire il "disinteresse" che regna sul Dialetto Bustocco da strada -  lui, Tosi, segue "altre vie" per onorare la "Parlata Bustocca".

Del resto, il Dialetto Bustocco da strada, s'è diffuso nei tempi passati, verbalmente. Chi poi ne ha scritto, l'ha infarcito con termini carpiti dalla Lingua Italiana e ne ha redatto un Dialetto Bustocco "edulcorato" che non coincide con la Parlata Indigena in atto a Busto Arsizio. Basta un termine, per stabilire come si è passati dal nome originale a quello …. tradotto: GIOEUBIA che col tempo è diventato GIOBIA che ha nulla di originale, ma è una italianizzazione dell'originale. Il "buon" Antonio Tosi (ul Pedèla) anche nell'intervista rilasciata in Piazza Santa Maria, dice proprio GIOEUBIA che distingue la sua pronuncia con quella dello speaker che gli chiede della GIOBIA.

Il defunto, mai scordato Giovanni Sacconago s'è mai sognato di cambiare il termine GIOEUBIA con GIOBIA - non c'è più Che Baraonda, rivista satirica che un tempo era edita da ASCOM e nemmeno BellimBusto che, in occasione del Carnevale era distribuito gratuitamente a tutte le Famiglia residenti in Busto Arsizio e nei Comuni del Medio Olona, edito dalla GMC EDITORE con tiratura di 60.000 copie (sic) - oggi, il Custode delle Tradizioni Bustocche dove va a trovare gli "Usi e Costumi" di un tempo, quando nemmeno "si sogna" di trovarle …. dove esistono? L'Antonio Tosi detto Pedèla, in Redazione de  l'Informazione era di casa e, per la durata (40 anni) di pubblicazione, le Tradizioni Bustocche sono sempre state difese, tutelate, diffuse e proposte a chi si interessava di Dialetto Bustocco da strada. Ora regna il silenzio assoluto… una specie di noncuranza o un … lasciar morire (sic).

Del resto, oggi di "Bustocchi nativi e lavativi" (su 84.000 Residenti) se ne possono contare circa 2000 e Giusepèn (98 anni) comincia a ….far di calcolo, per sapere (più o meno) quando anche costoro se ne saranno andati …. solo allora si che "a Carnevale, ogni scherzo vale" …. ma sarà uno scherzo da prete o…. da seminarista!

Gianluigi Marcora