Sono alle prese con mamma-Paola che a definirla esuberante è molto, ma molto riduttivo. Poi c'è Giusepèn che sembra ringalluzzito, nel trovare in mamma-Paola, un'alleata preziosa. "A la disi robi vei; ul nostar dialetu l'e'n sciui dialetu"(dice storie autentiche; il nostro Dialetto Bustocco è un signor Dialetto). Andiamo quindi a pubblicare quanto ci scrive mamma-Paola, confidando nella simpatica collaborazione della figlia, Graziella Enrica Puricelli.
Il detto "girala da co, girala da pe", si completa col "l'à ga sempàr rasòn le" che si traduce in "prendila da un verso o prendila in un altro verso, chi ha ragione è sempre lei" e la frase la si diceva quando nella contesa, si dialogava a "spicchi e bocconi" e c'era di mezzo un testardo o uno che "volere o volare" pretendeva di avere sempre ragione lui. Quella del "girala" è dedicato alla "coperta", solo da adottare quale esempio …. importante è avere a che fare con la …. coperta!
La Gioeubia è passata e ci si avvicina al Carnevale. Non solo: si giunge a "sant'Agnesa, candu ga gia a liserta pàa scesa" (Sant'Agnese, quando gira la lucertola per la siepe) - è per manifestare l'inizio della bella stagione, con tutte le incombenze del caso, ma con tanta speranza che tutto "al fia drizzu" (fila dritto) anche dentro il cuore che si predispone al giusto vivere.
Quindi, occorre darsi da fare. Chi fa il rammollito, si sente dire: "ùi ti, te ghe'l bon tempu cal ta fioca in spala?" (ehilà, hai tempo da perdere che ti svolazza sulle spalle?) - "ghe da meti a postu a ramundùa in cò e dumàn s'al fo bel, ghe da tià a pressa a ramondua da brusò" (c'è da riordinare la casa, con quanto è ancora sparso, e, se domani farà bel tempo, c'è da raccogliere ciò che è inservibile, da bruciare) - quel che … rimane da bruciare, visto che la Gioeubia è passata.
Oggi sembra già primavera "in cò la sumea primavea" e "anca ul tempu l'è gnu matu" (anche il tempo sembra ammattito) - "s'a se dre pensò a cusè?" (a cosa stai pensando? rivolto alla figlia "daghi na mosta" (dai una mossa) e "sugutà pensò e mai pruedi, l'e teme 'nasnen cal mangia i ruedi" (continuare a pensare e mai agire è come l'asino che mangia "i ruedi" ) -urge traduzione per "ruedi". Mamma-Paola somiglia a un guerriero in arcione. Energia al massimo livello e voglia di futuro sempre in tasca. Ed ecco la risposta di una donna super-attiva (chest'àn in 88)che a Giusepèn fa tanto, ma tanto effetto: "violtàr i fèi non a guera" (voi, non avete patito la guerra) e subito vengono alla mente (aGiusepèn) i trascorsi, con tutte le privazioni che la guerra ha imposto.
Mamma-Paola non si immalinconisce. "volta su i manighi e dessi da fò" (riavvolgi le maniche e datti da fare" quasi impone a Graziella Enrica che conosce a menadito, mamma-Paola. E siccome gli "ordini si eseguono" e non si possono confutare, "alè cunt'i mistè … verdi foa i finestar, buta foa i mateozzi, oli da gomitu in cò, ca l'àa essi lusenta cunt'ul prufum da netu" (avanti di buona lena a mettere al loro posto ciò che c'è da ordinare …. aprire le finestre, buttare fuori i materassi a prendere aria, buona lena da adottare -olio di gomito- affinchè l'intera abitazione deve essere lucente, con tanto di profumo di pulito).
Mi accorgo, quindi, che il Dialetto Bustocco di mamma-Paola e quello di Giusepèn "l'è cumpogn" (è uguale) e, per arrivare al mio-Dialetto, c'è stata una certa evoluzione, senza tuttavia creare alcuni stravolgimenti, quasi imposti dal parlare e discutere in italiano.
Questa: una ragione in più per "diffidare le imitazioni" e, per difendere l'idioma che i nostri avi ci hanno dettato, senza aver mescolato la parlata indigena, con la Lingua Italiana.
"Busti e poeu pu" (Busto Arsizio e null'altro) - non è un assolutismo, ma una tenace difesa del Dialetto Bustocco da strada! …. soprattutto dai falsi Bustocchi!