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Politica | 24 febbraio 2025, 20:43

Crisi Beko. Ferrara (M5S): «Futuro di Cassinetta resta incerto, il nostro territorio merita un piano industriale serio»

In una nota il deputato varesino del Movimento 5 Stelle dichiara che «non possiamo considerare una vittoria l’annuncio di 136 milioni di euro di investimenti se il prezzo resta la perdita di 350 posti di lavoro nel sito di Biandronno che il Governo deve tutelare o sarà corresponsabile dei licenziamenti»

Antonio Ferrara

Antonio Ferrara

«Non possiamo considerare una vittoria l’annuncio di 136 milioni di euro di investimenti se il prezzo resta la perdita di 350 posti di lavoro a Cassinetta di Biandronno. È inaccettabile che il Governo continui a spacciare per successi quello che è, nei fatti, un piano che lascia un intero territorio in balia delle decisioni della multinazionale» dichiara in una nota Antonio Ferrara, deputato del Movimento 5 Stelle e membro della Commissione Attività Produttive, commentando l’esito dell’incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) sulla vertenza Beko.

L’azienda ha confermato 136 milioni di euro di investimenti per lo stabilimento di Cassinetta di Biandronno, ma anche la permanenza di 350 esuberi nella fabbrica di frigoriferi. Una riduzione rispetto ai 541 inizialmente previsti, ma che Ferrara giudica ancora «inaccettabile per un territorio già fragile sul piano occupazionale.

«È evidente che gli investimenti previsti servono più a riequilibrare i conti aziendali che a garantire il pieno rilancio produttivo - prosegue Ferrara - con il passaggio ai turni diurni unici, le possibilità di assorbire i lavoratori in esubero si riducono drasticamente».

Ferrara punta il dito contro la recente missione del Ministro Adolfo Urso in Turchia, dove avrebbe dovuto rafforzare le tutele occupazionali per gli stabilimenti italiani. «Il viaggio ad Istanbul è stato descritto come una missione strategica per difendere i nostri siti produttivi. Eppure, al ritorno, le promesse di salvaguardia dei posti di lavoro si sono dissolte come neve al sole».

Durante la missione, Urso ha incontrato i vertici della multinazionale turca per discutere del futuro degli stabilimenti italiani, compreso quello di Cassinetta, ma «non ha imposto alcuna condizione vincolante. Ha preferito tornare a mani vuote piuttosto che alzare la voce in difesa dei lavoratori» denuncia Ferrara.

«Il Golden Power, che doveva essere lo scudo per i nostri siti produttivi, è stato trasformato in un semplice strumento di facciata. Il Governo aveva l’occasione per bloccare o rinegoziare le decisioni aziendali più penalizzanti, ma ha scelto di non farlo» aggiunge.

Ferrara avverte che la crisi di Cassinetta non può essere risolta con investimenti “spot” o tagli mascherati da ristrutturazioni. «136 milioni di euro possono sembrare tanti, ma senza un vero piano di rilancio industriale e senza il rispetto delle promesse fatte ai lavoratori, questi soldi rischiano di essere solo una toppa su una falla ben più grande. Il nostro territorio merita un piano industriale serio, che vada oltre i numeri e si concentri sulle persone. Cassinetta non deve essere ridotta a un semplice nodo logistico: deve continuare a essere un presidio produttivo strategico per l’Italia» prosegue Ferrara.

Il deputato M5S invita il Governo a rimettere al centro la tutela dei posti di lavoro: «Non possiamo accettare che centinaia di famiglie vengano lasciate indietro. Se il Governo continuerà a rimanere passivo, sarà corresponsabile della crisi occupazionale che rischia di travolgere Cassinetta e l’intera provincia di Varese».

Ferrara chiude con un appello alle istituzioni locali e nazionali: «Il nostro territorio ha bisogno di stabilità, investimenti veri e una visione chiara per il futuro. Serve un piano di reindustrializzazione che metta i lavoratori al centro e non li tratti come semplici numeri da tagliare».

Il negoziato proseguirà presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy il 27 febbraio, il 14 marzo e il 18 marzo.

C.S.

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