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Economia | 24 febbraio 2025, 19:08

Crisi Beko: 350 esuberi nella fabbrica frigoriferi di Cassinetta, investimenti per 136 milioni di euro

Si è svolta nel pomeriggio di oggi una lunga riunione del tavolo ministeriale: per quanto riguarda lo stabilimento di Biandronno tutte le linee produttive resteranno in loco, con passaggio a un turno di giornata. I maggiori investimenti riguarderanno proprio il settore del "freddo". Prossimo incontro a Roma il 27 febbraio e poi altri due a marzo

Una manifestazione dei mesi scorsi alla Beko di Cassinetta

Una manifestazione dei mesi scorsi alla Beko di Cassinetta

Si è svolta oggi nella sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy una lunga riunione del tavolo tra le parti sulla crisi Beko. 

Come riferiscono i sindacati di categoria Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil e Uglm, per quanto riguarda il sito di Cassinetta, la Direzione aziendale ha quantificato in 350 gli esuberi nella fabbrica di frigoriferi, specificando però che a parità di professionalità le varie fabbriche possono essere considerate come vasi comunicanti; tutte le linee di montaggio resteranno in loco, ma si prevede il passaggio dai turni avvicendati a un turno unico così detto a giornata.

Per quanto riguarda inoltre gli investimenti questi sono stati finalmente dettagliati: 31,5 milioni di euro nella fabbrica di frigoriferi, 75 milioni di euro nella fabbrica di forni, 21 milioni di euro nella fabbrica di microonde, 8,5 milioni di euro per l’istallazione di pannelli solari.

Per quanto concerne Melano, la Direzione di Beko ribadisce i 68 esuberi; sarebbero confermate tutte le attuali gamme di prodotto ed anzi è in studio la possibilità di aggiungere un nuovo modello; gli investimenti complessivi ammontano a 62 milioni di euro.

A Carinaro si conferma la missione di centro europeo di parti di ricambio; sono previsti 5 milioni di euro di investimenti anche per ospitare i nuovi pezzi di ricambio in arrivo dalla Turchia; gli esuberi restano quantificati in 40.

Per quanto concerne Comunanza, la Direzione di Beko ha disegnato uno scenario di continuità produttiva, ma con la presenza di 80/100 esuberi su un totale di 320 occupati; verrebbero dismesse le lavatrici slim, nonché le lavasciuga e le lavatrici di bassa gamma; la concentrazione sulla alta gamma porterebbe la produzione da 630 mila a 430 mila pezzi annui; sono previsti 15 milioni di euro di investimenti.

Per Siena resta ferma purtroppo la decisione aziendale di cessare la produzione a fine anno; le disponibilità espresse da Beko sono relative alla ricerca di un soggetto terzo investitore e alla richiesta di ammortizzatori sociali fino alla fine del 2027; inoltre il governo si è impegnato per aiutarci a risolvere la questione inerente la acquisizione del sito da parte di un soggetto pubblico, al fine di fornire una base concreta alla ricerca di una ipotesi di reindustrializzazione.

Per quanto riguarda gli enti impiegatizi, infine, gli esuberi complessivi sono stati rivisti di circa 50 unità, così da diventare 628 su un personale di 1529 impiegati; gli investimenti sono quantificati in 78 milioni di euro nelle attività trasversali e di infrastruttura.

«Come sindacato - si legge nella nota congiunta - giudichiamo i cambiamenti al piano industriale e le posizioni di Beko ancora insufficienti, poiché non trovano una soluzione per tutte le fabbriche e le divisioni impiegatizie, non garantiscono investimenti idonei a rilanciare le produzioni italiane e valorizzare al meglio gli enti di ricerca e sviluppo prodotto, qualità, prevedono soluzioni organizzative non condivise e implicano un numero molto alto di esuberi. Con l’obiettivo di scongiurare chiusure e licenziamenti proseguiremo il negoziato presso Ministero delle Imprese e del Made in Italy i giorni 27 febbraio, 14 e 18 marzo». 

Redazione

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