La tintoria “Luigi Tosi & C. 1925”, ampio e riconoscibile immobile che occupa gran parte dell’isolato tra piazza XXV Aprile e via Adua, è stata aggiudicata all’asta. Un secolo dopo l’anno riportato nella ragione sociale, la storica realtà è verosimilmente vicina alla sparizione. L’epilogo, a ben vedere, risale al 2009 – 2010, mesi in cui si consumò un fallimento doloroso, amaro, con tanto di occupazione da parte dei lavoratori e sequestro di beni. Il successivo processo per bancarotta all’ultimo titolare si chiuse con un’assoluzione.
Negli anni, l’area in cui lavoravano decine di dipendenti è diventata un rudere silenzioso, un po’ acciaccato, un colosso poco appariscente (non ci sono edifici molto sviluppati in altezza) ma vasto: tra i 10 e gli 11mila metri quadri. In pratica un’area corrispondente più o meno a un campo di calcio, a tre minuti a piedi dalla Ztl e vicina al Sempione.
Consultando i siti che si occupano di aste, si trovano descrizioni particolareggiate. La “Luigi Tosi” comprende edifici a scopo produttivo e non (c’è anche un appartamento vero e proprio), tettoie, depositi, centrale termica, autorimesse, vasche. Un piccolo mondo che, con tutta probabilità, ha i giorni contati.
Certa l’aggiudicazione all’asta, a ottobre 2024 la base era fissata a 900mila euro. Se gli adempimenti successivi andranno a buon fine tutta la zona potrebbe cambiare volto. Come, ovviamente, per ora non è dato sapere anche se dimensioni e posizione dell’area suggeriscono che l’acquirente abbia nel cassetto idee e progetti piuttosto definiti.
Sbiadisce l’ennesima traccia del tessile a Busto. Una storia diversa sta, probabilmente, per cominciare.