Storie - 21 febbraio 2025, 18:28

Da ragazzo riuscì a sfuggire ai tedeschi grazie ai contadini e combatté per la libertà dell'Italia: Renzo Crespi è morto a 97 anni

Nato a Busto Arsizio, fu catturato e portato via a 16 anni per costruire delle fortificazioni. È scomparso in provincia di Novara, dove risiedeva, dopo un'intensa e lunga vita: sempre curioso e deciso a informarsi

Era riuscito a fuggire dopo essere stato prelevato dai tedeschi a Busto, a 16 anni. Lorenzo Crespi - per tutti Renzo - si è spento a 97 anni, dopo una lunga e intensa vita, circondato dall'affetto dei suoi cari. 

I funerali sono stati celebrati oggi, venerdì 21 febbraio, a Caltignaga, in provincia di Novara, dove risiedeva. 

Ci aveva raccontato la sua storia tre anni fa, anche in un emozionante video.

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Renzi ha taciuto per lunghi anni quell'avventura, in cui fu decisivo il coraggio, ma anche l'aiuto dei contadini ai quali fu sempre grato. Era ottobre e con la bici era corso a vedere una grande attrazione in viale Pirandello, un'officina che faceva ingranaggi per le navi. 

«Vidi  un palco di legno e tanta gente ad ammirare, ma erano quasi tutti vecchi, donne e bambini - raccontò - Arrivò un camion tedesco, saltarono giù in sette, otto con le pistole puntate mi chiesero i documenti… Io ero tra  i più alti, dimostravo vent’anni anche se ne avevo 16». Lo guardano, vedono che «è buono per lavorare» e lo caricano sul camion fino al campo della Pro Patria. Quindi i ragazzi a bordo sentono che sarebbero stati condotti tra Bologna e Imola a realizzare le fortificazioni per frenare l’avanzata degli Alleati. Al ponte di barche a Piacenza una pioggia di bombe e tutti si tuffano nell'acqua: Renzo riesce a raggiungere il bosco e lo dirà sempre.

«Io sono vivo grazie ai contadini, a partire da quella prima volta». Dovrà crescere in fretta, Lorenzo, imparare a usare le armi, vedrà la morte in faccia e rimarrà ferito. Racconterà ancora che sarà un russo a operarlo, per così dire, recuperando una forchettina con le punte separate e poi legate da un filo. Chianti e grappa come anestesia.

Solo negli anni Ottanta riceverà gli attestati di quei combattimenti, tra cui  il diploma d’onore al combattente per la libertà d’Italia, firmato dal presidente Sandro Pertini. 

La sua vita dopo la guerra cambierà, anche regione, e Renzo ha concluso il suo cammino a Caltignaga. Quando l'avevamo incontrato, ci aveva colpito per la determinazione nel leggere sempre, nell'informarsi. Deciso a imparare e documentarsi e e a non abituarsi mai alla sofferenza dell'umanità per i conflitti: «La guerra è guerra».


 

Ma. Lu.