Sono 196mila, pari al 4,3% del totale, le famiglie lombarde con almeno 3 figli.
È uno dei dati più significativi contenuti in una ricerca messa a punto da PoliS Lombardia in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano, l’Università di Milano-Bicocca, l’Università degli Studi di Torino e la società SWG. La ricerca, coordinata dal Direttore Scientifico di PoliS Raffaello Vignali, è stata presentata in commissione sociale dal direttore generale di PoliS Fulvio Matone e dai componenti del gruppo di lavoro che ha redatto il documento.
La ricerca esplora le condizioni economiche, le sfide quotidiane e le politiche di supporto per le famiglie numerose in Lombardia, definite come nuclei con almeno tre figli. Secondo gli ultimi dati censuari disponibili (2021), in Lombardia risiedono poco più di 196mila famiglie numerose (famiglie con almeno 5 componenti, di cui almeno 3 figli) pari al 4,3% del totale delle famiglie lombarde. Rispetto al censimento 2011 si nota un arretramento del 3,3% pari a circa 6.700 famiglie.
Analizzando i dati per provincia si evidenzia che l’incidenza di famiglie numerose è maggiore a Mantova (5,5%) e Brescia (5,2%), dove circa una famiglia ogni 20 ha almeno cinque componenti. Nel periodo 2011-2021 la Provincia che ha riscontrato l’incremento più consistente è Milano con +17,5%, seguita da Pavia (+12,1%) e Lodi (+8,3%).
Uno sguardo sui dati Isee invece mostra che le famiglie con almeno 3 figli hanno reddito equivalente annuo pari a 25.500 euro rispetto ai 27.000 euro delle famiglie con meno figli. Questa forma di famiglia risulta dunque compressa da una serie di difficoltà economiche: rischio di povertà superiore, maggiore difficoltà ad arrivare a fine mese (il 18,4% ci arriva “con grande difficoltà”, il 54,7% riscontra comunque “qualche difficoltà”), a concedersi piccole spese personali e attività di svago fuori casa. L’approfondimento qualitativo ha identificato alcune sfide chiave, tra cui la conciliazione tra lavoro e vita familiare, l’inflazione dei costi per educazione e svago e l’accesso limitato ai servizi pubblici e privati. Le difficoltà economiche crescono in relazione all’età dei figli, mentre il livello di conoscenza e utilizzo delle agevolazioni economiche, come l’Assegno Unico e il Fattore Famiglia Lombardo, risulta frammentario.
Tra le proposte avanzate per migliorare le politiche di sostegno si includono: il potenziamento dell’offerta di nidi e scuole dell’infanzia, l’introduzione o il potenziamento di bonus per attività sportive e culturali, il miglioramento dei trasporti pubblici scolastici, il rafforzamento delle politiche di conciliazione vita-lavoro e l’allungamento dei congedi parentali per genitori lavoratori.
La ricerca sottolinea inoltre la necessità di una maggiore continuità e prevedibilità nelle misure di sostegno abbandonando la logica dei bonus una tantum ed estendendo l’adozione del Fattore Famiglia e una migliore comunicazione delle agevolazioni esistenti.
In conclusione, le politiche pubbliche dovrebbero focalizzarsi sulle esigenze specifiche delle famiglie numerose, garantendo un supporto continuo, promuovendo la conciliazione tra famiglia e lavoro, e riducendo le disuguaglianze economiche per migliorare la qualità della vita.
«Ho trovato questa ricerca di grande interesse – ha commentato il presidente della commissione Sociale Emanuele Monti (Lega) – perché evidenzia da un lato come le famiglie lombarde siano ancora l’elemento fondativo della società e della produzione di ricchezza, ma dall’altro più diventano numerose più fanno fatica a mantenere i livelli di benessere acquisiti. Occorre invertire questa tendenza premiando chi fa figli in termini di qualità e quantità di servizi offerti. Penso ai bonus per lo sport o per le attività culturali che dovrebbero crescere di valore con il crescere del numero di figli. Una società più aperta alla natalità – ha concluso Monti – è una società che si mantiene giovane, che trova in sé sempre nuove energie e creatività e si rinnova continuamente. Per questo dobbiamo aiutare concretamente chi, nonostante le difficoltà economiche e le complicazioni logistiche, decide di mettere al mondo un numero importante di figli».
Nel dibattito in commissione sono intervenuti Paola Bocci, Carlo Borghetti e Davide Casati (PD), Giacomo Zamperini (FdI), Luca Marrelli (Lombardia Ideale), Silvia Scurati e Gigliola Spelzini (Lega).