Di ospedale unico si continua a parlare e il tema, evidentemente, interessa. Era gremita, ieri a Samarate, la sala del Circolo Unione Cooperativa per l’incontro sugli ospedali (nuovo a Beata Giuliana ed esistenti a Busto e Gallarate) organizzato dal Partito Democratico, locale e provinciale. Una serata pilota, così l’ha definita la moderatrice e segretaria Pd a Gallarate, Anna Zambon, dopo l’introduzione di Sergio Broglia, suo omologo a Samarate. Tra gli obiettivi dell’incontro, lanciare una raccolta firme, definita informale (foto in fondo), con destinazione Regione Lombardia e cinque punti principali: 1) garantire i servizi fondamentali di prevenzione e assistenza; 2) mantenere e potenziare servizi sanitari pubblici adeguati nell’area dell’ospedale gallaratese 3) prevedere un ospedale di comunità nel sedime del Sant’Antonio Abate; 4) escludere l’insediamento di strutture cliniche private o convenzionate come alternativa o compensazione della sanità pubblica; 5) garantire accessibilità adeguata al futuro ospedale unico.
Da Busto
Maurizio Maggioni, capogruppo in Consiglio comunale a Palazzo Gilardoni, ha definito la gestione del tema da parte del centrodestra come “la peggiore possibile”. Chiarito che nell’analisi del Pd bustocco rivestono un ruolo cruciale i servizi territoriali, l’esponente dem ha toccato la questione dell’accessibilità del futuro ospedale («Non c’è uno studio concluso sulla viabilità, avremmo dovuto averlo nel 2024, a Beata Giuliana temono il caos»), quella delle funzioni («L’accordo di programma e il progetto preliminare dicono cose diverse tra loro») e quello delle aree esistenti (vedi anche QUI): «Non c’è nessuna indicazione, oggi, su orientamenti riguardo le aree esistenti, oltre 100mila metri quadri del sedime ospedaliero più 40mila, vicini, di proprietà comunale e destinati a servizi. Un’area del genere non può essere tutta spezzettata, occorre una visione unitaria per i servizi alla persona.
Da Gallarate
Il consigliere comunale Carmelo Lauricella ha ripercorso le indicazioni succedutesi nel tempo e spesso in contraddizione tra loro sull’area del Sant’Antonio Abate. Tra gli snodi del suo intervento: la mozione unica, votata da maggioranza e opposizioni gallaratesi, sul mantenimento dei posti letto (Gallarate non avrebbe dovuto accettare una loro diminuzione con l'ospedale unico) e sulla conservazione in città adeguati presidi sanitari. E poi l’ospedale di comunità, inizialmente previsto e che «…in commissione Sanità, a luglio 2024, i cittadini hanno scoperto essere sparito (vedi QUI)». Sentenza finale sulla linea tenuta dal centrodestra gallaratese: «La maggioranza di centrodestra si è adeguata supinamente alla Regione».
Dal consigliere regionale Astuti
Il tema dei servizi territoriali è stato approfondito anche dal consigliere regionale Samuele Astuti, con focus sulle case di comunità. Pedina fondamentale negli assetti della Sanità di oggi e di domani: «In Lombardia dovevano essere poco più di 200, la Regione decise di attivarne di più. Ne sono state inaugurate, a oggi, 130. Non male. Peccato che un recente studio ministeriale dice che quelle pienamente funzionante, in base ai parametri stabiliti dalla legge nazionale, sono 7». Il consigliere ha ricordato che sull’ospedale di Comunità a Gallarate, a parte dichiarazioni e conferenze stampa «...non c'è ancora un atto formale dalla Regione». E ha sottolineato il potenziale delle iniziative dal basso (l’esempio portato è stato quello degli sportelli Sos liste d’attesa) per lanciare la petizione.
«Vogliamo – ha concluso la segretaria provinciale, Alice Bernardoni - girare tutti i comuni, ascoltare, trovare una proposta comune, spiegare che cosa vogliamo. È mancata l’analisi dei bisogni del territorio, non si è ragionato a sufficienza sull’area per l’ospedale unico. Chiediamo uno studio, strutture accessibili. Chiediamo che la Sanità rimanga pubblica».