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Politica | 18 febbraio 2025, 22:05

Regione, ok alla mozione sul velo. Ma salta il divieto di indossarlo a scuola

Il Consiglio lombardo approva solo in parte il documento della Lega. Via libera alla richiesta al governo di vietare gli indumenti che coprono il volto nei luoghi pubblici. Bocciato invece il punto, emendato da Fratelli d'Italia, sulla proibizione dell’uso del velo nelle scuole: Forza Italia non ha partecipato al voto

Regione, ok alla mozione sul velo. Ma salta il divieto di indossarlo a scuola

Lunga discussione in Consiglio regionale sul divieto di copertura del volto col velo islamico negli edifici pubblici per volontà della Lega.
La mozione sulla riconoscibilità delle persone è stata approvata, mentre l’assise ha bocciato – con voto segreto – il punto emendato da Fratelli d’Italia che invitava il governo a valutare l’estensione del divieto dell’uso del velo in tutti gli ambienti scolastici per le minorenni.

Via libera invece alla richiesta di sollecitare il legislatore a «introdurre misure che vietino l’utilizzo di tutti quegli indumenti che possano coprire il volto come, ad esempio, burqa o niqab nei luoghi e negli edifici pubblici». Un punto, quest’ultimo, “corretto” da Forza Italia, che ha esteso il divieto a tutti gli indumenti ed eliminato il riferimento specifico alle scuole.

Ieri in una conferenza stampa a Milano sulla sicurezza, a cui ha partecipato parte anche il bustocco Marco Reguzzoni, proprio Forza Italia aveva preso le distanze dalla mozione. «Non vogliamo cedere a strumentalizzazioni», aveva detto il segretario regionale azzurro Alessandro Sorte, oggi presente al Pirellone, ricordando alla Lega che «esistono già delle leggi che vietano alcune tipologie di burqa».

La mozione

La leghista Silvia Scurati, prima firmataria della mozione, ha ricordato le norme nazionali e la delibera con cui il Consiglio regionale nel 2015 ha introdotto un divieto di accesso e permanenza in alcune sedi istituzionali a chi indossa indumenti che rendano difficile il riconoscimento del volto, in risposta anche a minacce terroristiche.

Ma ha poi insistito sull’autodeterminazione delle donne e sull’uso del velo islamico nelle scuole: «L’imposizione del velo può rappresentare una discriminazione di genere che va a minare il benessere psicologico e fisico delle bambine – ha affermato Scurati –. Bambine non ancora capaci di prendere una decisione autonoma» e che non potrebbero «integrarsi e relazionarsi con le compagne di classe».

Il Pd: «Il problema è l’abbandono scolastico»

Molto stringata la mozione (bocciata) del Pd, che chiedeva di «ribadire che nessuno può imporre alle donne come vestirsi, sia esso uno Stato, una Regione, una famiglia, singoli individui o altro, riaffermando la centralità dei diritti delle donne e della loro autodeterminazione», garantendo la piena applicazione della legislazione vigente.
Illustrandola, la consigliera Maria Rozza ha osservato che «la libertà c’è quando le donne decidono come devono vestirsi. Io sono una donna laica, non credente e ho rispetto di chi decide di fare la suora di clausura e di chi decide di coprirsi la testa». Diverso il tema delle bambine: «Per fortuna non è un problema massiccio. Ma è meglio una bambina velata che andando a scuola può arricchirsi e sviluppare il suo pensiero critico rispetto all’abbandono scolastico. Sono terrorizzata all’idea di genitori che non portino più a scuola i bambini».

Il dibattito e il voto

Fratelli d’Italia ha presentato un emendamento che, come ha spiegato Maira Cacucci, invita il governo a valutare l’estensione del divieto del velo in tutti gli ambienti scolastici per le minorenni «anche per garantire alle giovani donne di autodeterminarsi, favorendo così la loro piena integrazione».

«Un ragionamento serio non si può ridurre a due mozioni del genere», il parere di Giulio Gallera (Forza Italia), che ha invitato l’aula a volare più alto: «Evitiamo proclami e dimostrazioni di forza che ottengono solo il plauso di qualche elettore più “appassionato”. Il punto è il lavoro che le scuole devono fare con le famiglie. Vale per il tema delle seconde generazioni in generale. Giusto occuparci di sicurezza, discorso già affrontato in quest’aula in maniera molto netta, ma ragioniamo con queste persone. Altrimenti a furia di proclami di divieto falliremo ancora». L’emendamento dei forzisti (non accolto dalla Lega) chiedeva di eliminare dalla mozione l’invito al governo a «valutare l’estensione del divieto di copertura del volto con burqa, hijab, khimar, jilbab, niqab e chador a tutti gli ambienti scolastici».

Ed è proprio questo punto – emendato da FdI e su cui Forza Italia aveva anticipato la non partecipazione al voto – a essere stato affossato con voto segreto, con 31 contrari, 30 favorevoli e un astenuto. All'appello manca qualche altro voto della maggioranza.

Licata: «Buon senso, no ideologia»

Durante il dibattito, dai banchi dell'opposizione tutti i gruppi si erano detti contrari all’iniziativa della Lega. In particolare, il gallaratese Luca Ferrazzi (misto) ha evidenziato «contraddizioni nella mozione e negli emendamenti. La mozione è anticostituzionale, scritta male, islamofoba anche senza volerlo». A latere dell’assise, invece, il consigliere varesino Giuseppe Licata ha così commentato: «Con il gruppo di Forza Italia in aula abbiamo tenuto una posizione di buon senso, contraria ad assecondare battaglie ideologiche e persecutorie, ma a favore della tutela della sicurezza pubblica. Il nostro emendamento è infatti volto a limitare l'uso di indumenti che coprono il viso e ostacolano la riconoscibilità delle persone nei luoghi pubblici, conciliando la libertà di espressione con la sicurezza di tutti».

Riccardo Canetta

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