Lo sport di Busto Arsizio e non solo piange Romano Pinciroli, innamorato dell’atletica leggera: era stato esponente della Fidal e si era battuto per la pista di Sacconago intitolata ad Angelo Borri.
Ma Pinciroli, scomparso oggi a 86 anni, era noto anche al di fuori del mondo dello sport per il suo impegno per i quartieri, in primis il “suo” Redentore.
Nei ricordi di chi lo ha conosciuto, torna quel tratto del suo carattere solo apparentemente duro, ma sotto quella scorza c’era un cuore grande.
«Lunedì triste per l’atletica lombarda – la nota del presidente Luca Barzaghi e di tutto il Comitato regionale della Fidal –. Dirigente di lunghissimo corso legato alla storica Pro Patria di Busto Arsizio, della quale è stato presidente fino al 2011, Pinciroli è stato presidente del Comitato Provinciale Fidal Varese e consigliere nel Comitato Regionale Lombardia (ultimo mandato concluso nel 2016). Nei propri ruoli è stato propulsore inesauribile per la crescita dell’atletica in regione ma anche e soprattutto nell’area bustocca: in questo contesto va inquadrato il centro sportivo “Angelo Borri” in località Sacconago, inaugurato nel 2006 con la finale Oro dei Campionati di Società Assoluti e re-inaugurato nel 2020 dopo un accurato restyling che ne ha permesso, tra le altre cose, anche l’organizzazione dei Campionati Regionali Assoluti su pista 2024, quando proprio la Pro Patria Arc Busto Arsizio ha voluto celebrare Romano con un sentito premio alla carriera e un immenso “grazie”».
L’ex assessore allo Sport Alberto Armiraglio ricorda che «Romano era stato mio predecessore alla presidenza dell’Assb. Per l’atletica ha fatto tanto, sia da presidente della Pro Patria sia da consigliere federale per la Fidal lombarda. Sì, la sua è stata una vita per l’atletica e ha combattuto tanto per avere la pista. Quand’ero nel Panathlon, lui per il premio Speroni portava grandi atleti come Cova o Brugnetti».
E l’attuale presidente dell’Assb Cinzia Ghisellini rivela di essere rimasta «spiazzata»: «Se ne va un pezzo di storia sportiva della nostra città. Aveva un carattere burbero ma era buono come il pane».
Pinciroli ha spesso portato le proprie idee alle assemblee dell’associazione: «Ho dei ricordi bellissimi – dice Ghisellini –. A volte aveva qualche reazione un po’ sopra le righe e ci siamo anche scontrati. Ma chi lo conosceva sa che le sue intenzioni era buone e le sue battaglie sempre a favore dei ragazzi che fanno sport».
Laura Rogora, oggi presidente del Consiglio comunale, ha conosciuto Pinciroli quando lei era assessore allo Sport e al Verde. «Nonostante le apparenze, era buonissimo – conferma –. Una persona con cui si poteva dialogare e a cui interessava solo risolvere i problemi, in particolare del suo quartiere o della pista di atletica. Proprio quando il comune stava riqualificando la pista, dove lui “viveva”, ci teneva a dare il suo contributo da esperto e io ho sempre ascoltato quello che aveva da dire. All’inaugurazione era felicissimo. Tra di noi è scattata una simpatia e ci sentivamo anche per scambiarci gli auguri».
Se non era alla pista di Sacconago, potevi trovare Pinciroli al parco Pastore, nel suo Redentore: «Più volte mi ha chiesto di fare dei sopralluoghi. Il parco gli stava molto a cure, ma in generale si batteva per raddrizzare quello che per lui non andava, dagli alberi da potare alle strade da asfaltare».
Per tanti anni è stato una presenza fissa tra il pubblico del Consiglio comunale: «Da quando sono diventata presidente, ha potuto presenziare molto meno. È un rammarico – ammette Rogora –, aveva sempre qualcosa da dire e la battuta pronta».
Pinciroli era stato coordinatore di quartiere ai tempi della giunta del sindaco Luigi Rosa insieme a Mario Cislaghi e Sergio Moriggi: «Abbiamo condiviso parecchie cose – racconta il primo –. Aveva il suo bel carattere, ma per l’atletica e i quartieri ha dato tanto. Spero che il mondo dell’atletica lo ricordi: se c’è la pista, è merito suo. Ultimamente ci eravamo persi di vista, ma posso sicuramente dire che quando decideva di impegnarsi, lo faceva superando tutti i problemi».
«L’ho conosciuto come una persona impegnata al massimo nello sport, per cui si è speso molto ed era bravissimo – aggiunge Moriggi –. Nel periodo dei comitati di quartiere ci siamo dati da fare tantissimo, poi le nostre strade si sono divise. Ciò non toglie che ne abbia sempre riconosciuto l’impegno».