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Milano | 14 febbraio 2025, 10:29

All’Elfo Puccini “Albania casa mia”, la coscienza critica di Aleksandros Memetaj

Dall’11 al 16 febbraio in scena uno spettacolo che ha già raccolto molti successi di critica e che mette tutti davanti al fenomeno dell’immigrazione tra problemi ed opportunità

All’Elfo Puccini “Albania casa mia”, la coscienza critica di Aleksandros Memetaj

L’epopea di un popolo in fuga, quello albanese, che ci ricorda gli esodi biblici, vissuti attraverso le immagini dai colori schiariti, la nave mercantile satura di umanità, lo stadio di Bari, recinto pullulante di anime sbandate. Da qui nasce il monologo di Aleksandros Memetaj, nato nel Paese delle Aquile e trasportato, a 6 anni, nel Nord Est italiano (in un paesino tra Padova e Venezia).

Approda all’Elfo Puccini di Milano il lavoro di questo giovane artista, il cui successo lo precede e ne anticipa la bellezza di questo spettacolo. “Albania casa mia” è l’elegia di un modo di vivere, lontano dalla propria terra, tra pregiudizi e umiliazioni, tra la fatica ed il sacrificio e la consapevolezza che la vita può essere bella ma anche cattiva.

In una scenografia minimale, quasi assente e racchiusa in una piccola luce su cui il protagonista sta appoggiato sulla cartina della sua Albania, parte il monologo autobiografico, graffiante, ironico ma anche crudo, dove un padre che fugge dal fallimento del progetto comunista oltre Adriatico, cerca di dare un futuro alla propria famiglia. E così la fuga dai fucili spianati della polizia, le peripezie su un peschereccio, metafora di una vita sempre in bilico, l’approdo nell’El dorado italiano vagheggiato attraverso le tv che diventa un punto di partenza arduo come tutta l’esistenza dei migranti. Si tratta di un elogio alla tenacia, fatta di regole, di bullismo e razzismo, di rinunce pur di sfuggire alla povertà. Il racconto si dipana tra aneddoti e dipinti della società italiana che combatte idealmente tra sentimenti di lontananza dalla terra natìa ed il desiderio di realizzarsi nella nuova Patria.

I sogni che cullano nelle stive delle navi e dei pescherecci trovano in parte vita nell’approdo apparentemente sicuro e Memetaj li racconta dandogli una forma dove il buio che lo circonda in scena diventa la quinta ideale per diventare realtà. Con il pensiero rivolto al padre Vasil ed al desiderio di emanciparsi, anche attraverso il lavoro di pizzaiolo, un impiego umile ma che lo mette in gioco in una continua lotta per la sopravvivenza e l’indipendenza.

Un racconto diretto, sferzante ma con quella dose di ironia che strappa sorrisi – non risate – amari ma anche consapevoli. Perché la realtà dell’immigrazione è costante e quotidiana e non può essere relegata alle sole notizie che i media ci raccontano ogni giorno. Sentire il racconto di Aleksandros vale più di una lezione di sociologia, perché non scritta su libri ma sulla pelle, quella che spesso si è intrisa di farina e pomodoro (gli ingredienti base di una pizza) e di sudore per conquistarsi un domani.

Uno spettacolo da gustare con animo predisposto ma con quella serenità dell’assenza di polemica, oramai sterile e non costruttiva.

Albania casa mia

di e con Aleksandros Memetaj

regia Giampiero Rappa

assistente alla regia Alberto Basaluzzo

produzione Anonima Teatri / Twain Centro Produzione Danza

con il contributo di MiC – Ministero della Cultura, Regione Lazio

Vincitore Premio Museo Cervi – Teatro per la Memoria 2016

Vincitore Premio Avanguardie 20 30 [Bologna]

Il calendario

Martedì 11 Febbraio Ore 19:30 

Mercoledì 12 Febbraio Ore 19:30 

Giovedì 13 Febbraio Ore 19:30 

Venerdì 14 Febbraio Ore 21:00

Sabato 15 Febbraio Ore 19:30 

Domenica 16 Febbraio Ore 15:00

Teatro Elfo Puccini – Corso Buenos Aires 33 – 20124 Milano – 02/00660606

Martedì 11 febbraio, al termine dello spettacolo, Xhuliano Dule e Aleksandros Memetaj conversano con il pubblico. Introduce Francesco Frongia. Aleksandros Memetaj si confesserà in diretta insieme a un altro “albanese asintomatico”, Xhuliano Dule, cresciuto in Veneto, oggi applaudito stand-up comedian a Progaganda live (con un back ground i studi di economia e incarichi agenzie internazionali, quali Ocse e l’Onu).

Verranno stuzzicati da un altro immigrato di una diversa generazione, Francesco Frongia e discuteranno di integrazione e disintegrazione, scoprendo connessioni inattese e sfide comuni. E ci sarà anche da sorridere riflettendo sul curioso destino che ha portato l’Albania al centro dell’Europa, complice l’idea italiana di costruire “centri di accoglienza” sul territorio di un’altra Nazione.

Giuseppe De Carli

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