Un simbolo di impegno contro la violenza sulle donne è stato inaugurato all’Aeroporto di Milano Malpensa.
Oggi si è tenuta la cerimonia ufficiale di inaugurazione delle panchine rosse, un progetto promosso da SEA Aeroporti di Milano in collaborazione con l'Associazione Anemos, con il patrocinio degli Stati Generali delle Donne.
L’iniziativa ha un significato particolarmente toccante, poiché una delle panchine è stata dedicata alla memoria di Stefania Pivetta e della figlia Giulia Maja, vittime della strage di Samarate del maggio 2022. Un’attenzione speciale è stata riservata loro durante la cerimonia, alla quale ha partecipato Nicolò Maja, figlio e fratello delle vittime, unico sopravvissuto a quella tragica notte.
Un tributo nel segno della memoria e della consapevolezza
Alla cerimonia erano presenti Francesca Caruso, Assessore alla Cultura della Regione Lombardia, Salvatore Pasquariello, Prefetto di Varese, Monica Piccirillo, Direttore dell'Aeroporto di Malpensa per ENAC, e Massimiliano Crespi, Chief People and Supply Officer di SEA Aeroporti di Milano.
In rappresentanza dell'Associazione Anemos è intervenuta la Presidente Anna Marsella, che ha spiegato l’importanza di questa iniziativa: «Abbiamo chiesto a Malpensa di dedicare, anzi inaugurare, delle panchine rosse. La panchina rossa è il simbolo di una donna che non c’è più e che purtroppo non può sedersi su questa panchina».
Luisa Cortese, rappresentante degli Stati Generali delle Donne, ha sottolineato la portata nazionale del progetto: «Grazie a Malpensa SEA per essersi uniti agli Stati Generali della violenza. Ci occupiamo di questo tema da dieci anni e abbiamo realizzato 1.500 panchine in tutto il territorio nazionale, di cui 456 solo nell’ultimo anno, di cui 456 in Lombardia».
Durante la cerimonia è stato letto anche il messaggio della Presidente Lisa Maggi, che ha ribadito il valore simbolico e civile di queste installazioni: «La panchina rossa è un monumento civico. La panchina rossa ci fa ascoltare. Non dobbiamo spettacolizzare la violenza sulle donne, ma utilizzare un linguaggio di semplicità e umiltà».
Il ricordo della strage di Samarate
Una delle due panchine è stata dedicata a Stefania Pivetta e Giulia Maja, vittime della strage di Samarate avvenuta nella notte tra il 3 e il 4 maggio 2022, quando furono uccise brutalmente da Alessandro Maja, marito e padre delle due donne.
All’inaugurazione era presente Nicolò Maja, unico sopravvissuto alla tragedia, che ha condiviso un messaggio toccante:
«È una giornata fondamentale anche per il mio percorso di riabilitazione, perché assistere a questi eventi per me è tutto. Anche dare la mia testimonianza è essenziale: queste cose non devono più succedere».
Oggi, la sua presenza ha reso ancora più tangibile il senso dell’iniziativa: un monito contro la violenza di genere, ma anche un segno di resilienza e speranza.
Interventi istituzionali
Il Prefetto di Varese, Salvatore Pasquariello, ha sottolineato l’importanza di un intervento culturale e sociale, richiamando la Convenzione di Istanbul del 2011: «Chi tocca una donna compie un crimine contro l’umanità. In Italia, la legislazione è molto avanzata e pronta nell’intervenire, ma bisogna fare ancora molto nelle scuole, intervenendo sulla prevenzione, educazione e formazione delle nuove generazioni.»
L’Assessore Francesca Caruso ha ribadito la necessità di un impegno costante: «È importante che queste iniziative non siano limitate al solo 25 novembre. Bisogna parlarne e affrontarle in più contesti».
Un messaggio per il futuro
Il Sindaco di Ferno, Sarah Foti, ha definito l’installazione «un gesto di grande sensibilità, un messaggio di memoria e un punto di riferimento che ci invita a riflettere. La presenza del Prefetto e dell’Assessore alla Cultura è fondamentale, perché serve un cambiamento culturale.»
Monica Piccirillo, Direttrice di Malpensa per ENAC, ha aggiunto: «Non è un problema di provocazione, ma di prevaricazione maschile.» Ha concluso il suo intervento con un messaggio positivo, citando le parole dell’ingegnere aeronautico Amelia, in occasione della Giornata ONU delle donne nella scienza: «Non sentiamoci mai inferiori a nessuno».
La cerimonia, arricchita dalla presenza di numerose autorità e rappresentanti del mondo sociale e culturale, ha testimoniato l’importanza dell’iniziativa. Le panchine rosse, collocate in un luogo di passaggio come l’aeroporto, intendono essere un messaggio visibile e costante contro ogni forma di violenza di genere.
Il silenzio carico di emozione che ha accompagnato la cerimonia, rotto solo dalle note del pianoforte del Maestro Antonio Davi, ha reso chiaro quanto il ricordo di Stefania e Giulia Maja – e di tutte le vittime di femminicidio – rimanga vivo. La speranza, condivisa da tutti i presenti, è che questo gesto possa contribuire a un futuro in cui la violenza sulle donne diventi finalmente solo un tragico ricordo del passato.
Una seconda panchina per Masha Amini
Oltre alla panchina dedicata a Stefania e Giulia Maja, l’iniziativa ha visto l’inaugurazione di una seconda panchina rossa, posizionata nella zona della Porta 2 degli arrivi dell’aeroporto, in memoria di Masha Amini, la giovane donna iraniana la cui morte ha scosso il mondo intero.
Masha Amini, 22 anni, è deceduta il 16 settembre 2022 dopo essere stata arrestata a Teheran dalla polizia morale iraniana per presunte violazioni del codice di abbigliamento obbligatorio per le donne. Dopo essere stata brutalmente picchiata, è morta dopo tre giorni di coma. La sua morte ha dato il via a una grande ondata di proteste in Iran e nel mondo, con milioni di persone che hanno manifestato per chiedere libertà e diritti per le donne iraniane, sotto lo slogan "Donna, Vita, Libertà".
La dedica di questa panchina assume un valore simbolico profondo, collocando Malpensa come un luogo di transito e incontro tra culture, ma anche di denuncia contro ogni forma di oppressione e violenza di genere. A ricordare la sua storia è stata anche Pegah Moshir Pour, attivista per i diritti umani e Premio Anemos 2023, che ha sottolineato come il sacrificio di Masha Amini continui a ispirare la lotta per i diritti delle donne in Iran e nel mondo.