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Busto Arsizio | 12 febbraio 2025, 09:00

Rodolfo Enrico Crespi: il “Conte magazziniere” bustocco che fece la storia tra Italia e Brasile

A svelare i segreti del conte magazziniere, Paolo Ferrario mercoledì 12 al Museo del Tessile per l’Università cittadina per la cultura popolare. L’incontro è preceduto dall’intervento dell’assessore alla cultura Manuela Maffioli

Rodolfo Enrico Crespi: il “Conte magazziniere” bustocco che fece la storia tra Italia e Brasile

Mercoledì 12 febbraio riprende la seconda tranche dell’Università cittadina per la cultura popolare. Alle 15 interviene l’assessore alla cultura Manuela Maffioli, segue l’intervento di Paolo Ferrario che illustra la figura del conte magazziniere nato a Busto Arsizio nel 1874.
Figura emblematica dell’industria e della finanza, Rodolfo Enrico Crespi da umili origini diventa uno degli imprenditori più influenti del Brasile.

Dall’Italia al Brasile: la scalata al successo

Dopo alcuni anni di studio alla scuola tecnica, inizia a lavorare per Enrico Dell’Acqua, che lo incoraggia a trasferirsi in Brasile a soli diciannove anni, affidandogli il ruolo di magazziniere nella sua filiale di San Paolo. Qui, con l’aiuto del suocero Pietro Regoli, apre una piccola fabbrica di maglieria e tessitura, che in breve tempo trasforma nel Cotonificio Rodolfo Crespi & C., il più grande di tutto il Brasile.

Un protagonista dell’economia brasiliana

Oltre al successo nel settore tessile, Crespi fonda la Banca Italiana di San Paolo, poi divenuta Banca Francese e Italiana per l’America del Sud e lancia il quotidiano Il Piccolo, in lingua italiana, che si distingue per la sua linea editoriale filo-fascista.

Il suo impegno nella comunità italiana di San Paolo è evidente: diviene presidente del Circolo Italiano, fonda l’Ospedale Umberto I e l’Istituto Medio Italo-Brasiliano “Dante Alighieri”, per permettere ai figli degli immigrati italiani di accedere agli studi superiori e proseguire l’università in Italia. Per i suoi meriti, il governo italiano gli conferisce il titolo nobiliare di Conte, trasmissibile ai discendenti maschi.

Passioni: cavalli, calcio e beneficenza

Grande appassionato di cavalli e di calcio, Crespi trasforma la sua scuderia in uno stadio per ospitare il Cotonifício Rodolfo Crespi Futebol Clube (C.R.C.F.C.), la squadra aziendale. Su quel campo, il 2 agosto 1959, Pelé segnerà quello che lui stesso definirà il suo gol più bello.

Nonostante il successo in Brasile, Crespi resta legato a Busto Arsizio, che visita spesso, contribuendo con generose donazioni alle istituzioni caritatevoli locali, in particolare all’Ospedale Civico, per la cura dei malati indigenti.

L’eredità di una famiglia illustre

La sua vita subisce un duro colpo con la prematura morte del figlio Dino, evento che lo segna profondamente fino alla sua scomparsa nel 1939. In chiusura della conferenza, si ricorderanno anche gli altri membri della famiglia, in particolare il nipote Rodolfo “Rudy” Crespi, celebre figura del jet set internazionale tra gli anni ’50 e ’70, promotore dello stile italiano nel mondo e sostenitore di stilisti come Valentino, Fabiani, Fendi e Missoni.

A raccontare la storia di questa straordinaria figura sarà Paolo Ferrario, chimico e ricercatore al Cnr e il Dipartimento di Farmacologia dell’Università di Milano, che negli ultimi anni si è dedicato alla riscoperta di personaggi illustri di Busto Arsizio, per preservarli dall’oblio.

L.Vig.

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