Il Questore di Varese, al termine dell’attività istruttoria compiuta dalla Divisione Polizia Anticrimine, ha adottato cinque misure di prevenzione personali a carico di un gruppo di ragazzi, poco più che maggiorenni, considerati socialmente pericolosi per essere responsabili, negli ultimi mesi, di numerose condotte criminose contro il patrimonio, la persona e le forze dell’ordine.
La ricostruzione effettuata dagli agenti della Questura ha evidenziato l'esistenza di una vera e propria baby gang attiva principalmente a Gallarate e nei comuni limitrofi, capeggiata dal più grande dei quattro, con numerosi precedenti penali per furto, rapina aggravata, danneggiamento, spaccio di sostanze stupefacenti e porto di oggetti atti ad offendere. Quest'ultimo era già stato destinatario, lo scorso anno, di un foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno dal Comune di Gallarate.
I membri della banda si spostavano in gruppo, scegliendo un obiettivo che poteva essere un esercizio commerciale o una persona, e procedevano a saccheggiare o rapinare, talvolta ricorrendo alla violenza, del tutto incuranti della legge e delle norme di civile convivenza.
Tra gli episodi analizzati dalla Polizia di Stato di Varese, uno di particolare rilievo è avvenuto alla fine del mese scorso, quando il personale del commissariato di polizia di Gallarate ha riconosciuto il più grande del gruppo come autore di una rapina aggravata ai danni di un giovane all’interno di un esercizio commerciale del centro, dove la vittima è stata aggredita con calci e derubata del borsello.
A tutti i membri della banda, il Questore ha notificato la misura di prevenzione dell’Avviso Orale, che impone loro di mantenere una condotta conforme alla legge, con l’avvertimento che l’eventuale reiterazione di comportamenti delittuosi comporterebbe l’aggravamento delle sanzioni penali.
Al membro più grande del gruppo, responsabile di episodi ancora più gravi, il Questore ha applicato il cosiddetto daspo fuori contesto (divieto di accesso alle manifestazioni sportive), una misura di prevenzione normalmente utilizzata per sanzionare comportamenti violenti negli stadi, ma che, da qualche anno, può essere estesa anche a chi adotta condotte violente in contesti ordinari, non solo in ambito sportivo.