«La cosa più importante è non perdere mai di vista la dignità dei pazienti. Non sono oggetti d’interesse burocratico, sono persone che hanno bisogno di attenzione. Devo dire che la stragrande maggioranza del personale in servizio all’ospedale ha ben presente questo principio, offre un accompagnamento». Parte da qui, nella Giornata mondiale del malato, la riflessione di don Gabriele Colombo, al fianco di don Fabrizio Barlozzo alla cappellania dell’ospedale di Busto.
Reduce da un giro con la coordinatrice infermieristica Monica Muscarà al Centro Diurno Oncoematologico, aggiunge: «La malattia investe la sfera oggettiva del corpo ma tocca anche anima, pensieri ed emozioni. Chi si ammala abbassa le difese, sfila la maschera. Resta la persona, con la sua forza e la sua fragilità. Il malato è rassicurato sapendo che medici e infermieri combattono per la sua salute. Il credente può anche trovare conforto ricordando che Gesù stesso ha attraversato la sofferenza». Sul significato profondamente cristiano della ricorrenza: «L’11 febbraio si ricorda l’inizio delle apparizioni della Madonna Lourdes. Maria ha accompagnato Gesù fin sotto la croce. Poi è andata al sepolcro, contro ogni speranza. E ha trovato speranza».
Nel pomeriggio, alle 17, don Gabriele e don Fabrizio Barlozzo celebreranno una messa, in occasione della Giornata, nella Chiesa dell’Annunciazione, al piano terra del padiglione Maternità dell'ospedale di Busto.