Myss Keta insegnante di grammatica alle elementari a Busto Arsizio, città dove lascerà l’impronta delle mani sulla Walk of Fame ma anche dove – per ora – non è prevista una data del suo prossimo tour. «Però ne sto parlando col mio sindaco…».
Possibile? Sì, nel mondo surreale di Myss Keta. L’iconica e misteriosa artista di cui nessuno conosce il volto, nascosto da occhiali da sole e mascherina glitterata, ha partecipato per Wired a un episodio di Autocomplete Interview, format che sottopone l’intervistato alle domande sul suo conto più cercate su Google (si può vedere qui).
E, chissà perché, la performer lanciata ormai oltre dieci anni fa dal provocatorio singolo Milano, sushi e coca, nell’intervista a cura di Daniele Biaggi cita in più di un’occasione la città di Busto. Alla domanda “Myss Keta è una leggenda o un mito?”, risponde: «Mito mi hanno sempre chiamato, forse per eleganza. Leggenda inizieranno a chiamarmi dopo che andrò sulla Walk of Fame di Busto Arsizio e metterò l'impronta delle mani sulla mia stella dedicata. Un saluto al Comune di Busto Arsizio che ha avuto questa simpatica iniziativa».
Parlando invece di come si scriva il proprio nome d’arte, “rivela” che «non tutti sanno che sono anche professoressa di grammatica alle elementari, sempre di Busto Arsizio, perché ho un legame particolare con quella città».
Lo scorso 17 gennaio è uscito il suo nuovo album Punto e a breve partirà da Parigi un tour europeo, prima dei concerti nelle principali città italiane, da Roma a Bologna, da Firenze a Milano. «Ma non c’è una data a Busto Arsizio?», chiede a quel punto l’intervistatore. «Eh no, purtroppo a Busto Arsizio non ancora. Però sto parlando col mio sindaco…», la rivelazione di Myss Keta, nello stile ironico che caratterizza l’intero video, in cui parla del matrimonio col Gabibbo, del suo ex Massimo D’Alema e del trasferimento sulle guglie del Duomo di Milano, visto che Porta Venezia è «diventata carissima, ultimamente».
In realtà, nel 2022 l’artista si era esibita davvero nella vicina Cassano Magnago, sul palco del Woodoo Fest. Mentre Busto Arsizio (ma che sfizio) viene menzionata nel suo brano In gabbia. Per la presenza del carcere.